Francesco Brunori e Laura Bruscoli
La notte del 6 aprile 2009 la terra trema intorno a L’Aquila e le conseguenze sono drammatiche. Volontari di Protezione Civile accorrono da tutte le parti d’Italia, un gran numero di Militari e Vigili del Fuoco vengono mobilitati per far fronte ad una grandissima emergenza. La nostra Associazione, nel suo piccolo, fa la sua parte e il Gruppo di Calcinelli non si tira indietro. Nei primissimi giorni dopo il sisma, quattro RS del nostro Gruppo partono alla volta di Montesilvano su richiesta dei Gruppi Scout locali: la notte del sisma decine di pullman hanno portato moltissimi aquilani, rimasti senza una casa, verso le coste, perché fossero ospitati negli alberghi e in altre strutture ricettive. Il nostro piccolo servizio è stato quello di passare del tempo con i bambini e con gli anziani che soggiornavano negli alberghi. Ascoltare gli anziani nei racconti delle storie di quella notte, giocare con i bambini che si raccoglievano nella hall dell’albergo. Un piccolo servizio, durato solo pochissimi giorni (dal 16 al 19 aprile) ma un’esperienza che ci ha profondamente segnato. Poche settimane dopo, la nostra associazione apre un campo a Villa Sant’Angelo (AQ) (spostato in seguito a San Pio delle Camere): Direzioni di Gruppo, singoli Capi, Clan e Fuochi di tutta Italia si susseguono in turni e, durante la loro permanenza, si spendono per essere utili: assistenza a bambini ed anziani nelle tendopoli e assistenza logistica alla Protezione Civile.
Il Clan Nettuno decide di dare la disponibilità per una settimana di campo di servizio e rimarrà in terra aquilana dal 13 al 19 agosto. Nei primi giorni di quella settimana ci chiedono di aiutare la Protezione Civile a pubblicizzare alcuni eventi di intrattenimento che erano stati organizzati. Abbiamo così percorso moltissimi chilometri per visitare gran parte delle tendopoli e distribuire volantini degli spettacoli di Benigni, Verdone e altri. Nella seconda parte della nostra settimana prestiamo servizio nelle tendopoli di San Pio delle Camere e Prata d’Ansidonia, giocando con i bambini, chiacchierando con gli anziani e vivendo con loro la terribile quotidianità della tendopoli.
La nostra Associazione si spende verso le zone colpite dal sisma cercando di “garantire” quanto più possibile le attività Scout dei Gruppi che si sono ritrovati senza le loro sedi, oltre che sfollati sulla costa. Perciò l’appello che ci ha fatto è stato: “Chi può ospitare un Riparto durante il suo campo estivo?”. Il nostro Riparto Guide, sotto l’ala protettiva di Don Giuseppe “Peppe” Monaco, ha accettato la richiesta e in appena tre mesi ha organizzato a distanza un campo estivo per ben sei Squadriglie: Leopardi, Pantere e Aquile di Calcinelli; Daini di Orciano; e Cobra e Tigri di L’Aquila 1.
La preparazione è stata principalmente materiale (il nostro Gruppo si sarebbe occupato di portare i pali per le costruzioni, i bidoni jamboree per cucinare, e acquistare cibo per tutti), economica (le Guide hanno fatto attività di autofinanziamento per poter acquistare il sopradetto materiale, e non far pagare alcune quota di partecipazione alle ragazze de L’Aquila) e organizzativa (Capo Riparto inesperte che hanno collaborato a distanza cercando di far collimare programmi e obiettivi). Il lavoro è stato tanto ma il cuore puntava a fare qualcosa di buono per queste ragazze, che ci hanno fatto il dono di condividere con noi un’esperienza unica come il campo estivo.
Eravamo talmente rimasti toccati dalla realtà del terremoto che avevamo vissuto con le nostre esperienze di servizio, che abbiamo deciso di fare un ulteriore gesto di fraternità: dopo le attività estive, con Don Peppe, ci rechiamo a L’Aquila a donare delle nuove uniformi per i ragazzi e le ragazze del Gruppo L’Aquila 1. Siamo così partiti con un pulmino da nove posti carico di uniformi, che sono state ben accette dalla Direzione di Gruppo aquilana. Siamo stati accolti nei locali parrocchiali e, successivamente, accompagnati con tanta commozione nella zona rossa del centro storico della città. Anche prendere un caffè è stato difficile: il terremoto aveva lasciato pochi bar aperti, tanti cani randagi e un silenzio innaturale.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie alla chiamata al servizio che la nostra Associazione ci ha fatto e al grande sostegno che la comunità di Calcinelli, tramite Don Peppe, ha dato al nostro Gruppo.