Massimo Mattioli
La Giornata Mondiale della Gioventù, o semplicemente GMG, nella sua modalità internazionale è un evento nato dalla volontà di Papa Giovanni Paolo II, che a cadenza triennale riunisce in preghiera ragazzi e ragazze cattolici che vogliono vivere “da giovani” la propria fede (esiste anche la GMG diocesana che si svolge invece ogni anno). È facile capire come si possa respirare un clima di fratellanza e di festa (ogni anno vi partecipano centinaia di migliaia di giovani), mentre è difficile spiegare a parole il perché vivere questa esperienza possa far arrivare meglio nel cuore di un ventenne il messaggio cristiano, ma è proprio quello che è accaduto al Clan Nettuno, nel 2005 a Colonia. Al fine di rendere “meno intangibile” questa emozione, iniziamo il viaggio a ritroso tramite le parole che Federico Grilli (Fix), l’allora Capo Pattuglia Novizi, scrisse appena tornato a casa, stanco dal viaggio ma completamente rinvigorito nello spirito.
“Ecco il racconto di un’altra avventura del Clan Nettuno. In un caldo e afoso pomeriggio d’estate, precisamente il 13 agosto 2005, undici baldi giovani (Lorenzo Bruscoli [Lollo], Giacomo Giovanelli [Giova], Giacomo Marinelli [Maro], Alessandro Cicoli [Ale], Riccardo Rossi [Rikka], Alessandro Berloni [Berlo], Francesco Cicoli [Franci], Massimo Mattioli [Mattio], Daniele Delvecchio [Dany], Nicola Biagiotti [Biagio], Fix) si sono dati appuntamento alla ormai storica stazione di Fano, pronti per partire alla volta di Colonia, in Germania. Dopo esserci uniti al Clan e al Fuoco di Fano, ci siamo imbarcati sul treno che ci avrebbe portato a Bologna, poi coincidenza per Milano e quindi Colonia. Nel viaggio di andata ci siamo uniti al resto del contingente Scout italiano, un totale di 224 persone tra Rover, Scolte, RS e Capi. Durante la notte, il viaggio in treno è stato tranquillo e abbiamo avuto modo di conoscere Fabio Sammacal, che si ricorderà in particolare di un piccolo scherzetto fatto dal nostro Berlo”. Il compito di descrivere le attività a cui il Clan partecipò (spirituali e non), la lasciamo alle foto, pur sapendo che sarà riduttivo ed incompleto, ma senza ombra di dubbio, la frase che meglio di ogni altra riassume questa esperienza è: “In conclusione, mi sento di scrivere che: il Clan Nettuno c’è stato e ha trasmesso passione a 360 gradi”.
Sfogliando le foto con Giova, l’allora Capo Clan, è saltata all’occhio quella con la “piramide umana”, che creammo coinvolgendo uno dei Fuochi conosciuti a Colonia, ovvero quello di Ragusa 4°; lui stesso immortalò quel momento ed oggi, vedendola rispolverata dall’archivio, ci vuole raccontare cosa lo spinse a proporre una attività così nuova, ad un gruppo di scapestrati ventenni.
“Strada, Comunità, Servizio, il tutto legato dalla Fede: questi sono i 3+1 pilastri del Clan che costituiscono il Treppiede del Rover. Di Strada ne avevamo già fatta tanta: Monte Civetta, Vipiteno durante i campi mobili estivi, discese in grotta, arrampicate e tante altre uscite all’insegna dell’avventura. Come Comunità di Clan eravamo una grande gruppo variegato ma affiatato e con tanta voglia di “imparare facendo”. Per il Servizio avevamo partecipato all’EuroJam in Polonia come Clan di servizio e avevamo già diversi Rover che svolgevano all’interno delle unità un aiuto importante. Sicuramente invece, avevamo qualche “dubbio” in più per quanto riguarda il legaccio della spiritualità, quindi abbiamo deciso di diventare Pellegrini nella Fede partecipando alla GMG a Colonia in Germania! Questa opportunità si è concretizzata grazie anche alla nostra Associazione che ha composto un contingente italiano FSE, dandoci la possibilità di aderire all’evento preservando la nostra metodologia Scout, ma allo stesso tempo ci ha permesso di aprirci a modi differenti per vivere la spiritualità. Una spiritualità fatta da giovani, con le loro stravaganze, il loro dinamismo e le “diversità che hanno fanno la differenza”: questo è stato il vero, grande insegnamento di questa GMG. Parlare, confrontarci, momenti di festa alternati a momenti di deserto personale, lo stare insieme in modo cristiano con altri ragazzi e ragazze nostri coetanei, tutto questo ci ha permesso di vivere questa nuova e particolare esperienza, con felicità e vitalità: per questo posso affermare che abbiamo imparato a “Pregare con Fede”. La foto con la piramide è stata fatta quasi al termine della GMG, prima della grande Veglia e l’ho scelta perché sintetizza cosa e come abbiamo vissuto questa tipo esperienza: la base è formata dalla Comunità, con la sua gioia e allegria mentre il blocco centrale era il Servizio, donarsi e aprirsi agli altri senza pretese. Se saliamo ancora di un gradino troviamo la Strada, che identifica le difficoltà, la fatica, ma anche la volontà di raggiungere una propria meta personale contornata da tutte le bellezze che si vedono e si incontrano durante il proprio cammino. Nel punto più alto c’è sicuramente Lui, la nostra Guida che ci accompagna, ci ispira, CI SOLLEVA”.
La potenza di uno scatto fotografico si vede dalle emozioni che provoca, ma nel caso in cui l’osservatore sia anche parte del soggetto, queste prendono il nome di ricordi. In effetti, molti ricordi sono venuti alla mente anche a Berlo, che allora era sicuramente il Rover più “burlone” del gruppo ed anche uno dei temerari della GMG 2005, che ha voluto commentare a suo modo la celebre foto della piramide:
“Abbiamo vissuto un altro tipo di scoutismo, diverso da quello con fatica, zaino in spalla ed un po’ di solitudine… anzi, era l’esatto opposto. Infatti, campeggiavamo in un vero campo da rugby! L’apice del gran “mix di sentimenti” che si respirava a Colonia, lo abbiamo raggiunto alla giornata conclusiva vissuta alla spianata, partendo dalla veglia sotto la pioggia fino all’arrivo di papa Benedetto XVI, dopo il quale partirono dei cori di tipo “Benedicto! Benedicto!”. Il ricordo di quei giorni è veramente molto bello… noi eravamo un Clan molto attivo, che si adattava facilmente e così facendo abbiamo vissuto fino in fondo questa opportunità. Ci siamo aperti moltissimo e mi ricordo bene la conoscenza che facemmo con le ragazze che erano con noi nella foto, del Fuoco di Ragusa (e non solo con loro). Un’altra cosa di cui mi ricordo erano le condizioni disastrose in cui versavano le nostre tende, soprattutto quella di Dani e di Mattio: tortellini nei sacchi a pelo poi asciugati con giornali… ma queste cose possono capitare! Io e Rikka eravamo proprio di fronte e non eravamo da meno! Un ricordo quasi spiacevole, ma che per dover di cronaca devo riportare, è quello che mi torna alla mente ripensando ai volontari tedeschi che cuocevano il nostro pranzo con il termometro in immersione… una vera tragedia gastronomica ed intestinale! Comunque è stata una bellissima esperienza alla quale spero che il Clan, composto da nuovi ragazzi carichi e senza pregiudizi, possa partecipare nuovamente, per riportare a casa tutto l’entusiasmo contagioso che abbiamo riportato noi!”