Calcinelli, 13 gennaio 2010.
Il giorno 13 gennaio, si è svolta la consueta riunione d’Alta Squadriglia avente per soggetto un tema molto interessante: il pronto intervento! La riunione si è svolta grazie ad una preziosa collaborazione: la nostra cara “Pallina” ex aiuto capo riparto e per ultimo , ma non ultimo, il nostro caro ..manichino il cui contributo è stato davvero prezioso. Abbiamo fatto esperienza del massaggio cardiaco e di come si interviene tempestivamente su un ferito. Per prima cosa abbiamo ascoltato una registrazione di una chiamata del 118, numero che viene effettuato in caso di necessità, ed è stato evidenziato il fatto che: chi sta chiamando deve sapere dove si trova il ferito o malato; e conoscere il suo stato di coscienza; se respira o no.
Abbiamo consultato un opuscolo dove vi erano le principali indicazioni su come intervenire quando ci si ritrova una persona bisognosa d’aiuto.
Per capire se respira si usa il metodo “GAS” (Guarda – Ascolta – Senti), in cui ci si mette affianco alla nuca del malato e si guarda il suo torace in cerca di un segno della sua respirazione: si deve notare se il torace si alza e si abbassa, e se il respiro esce dalla bocca. Se non respira allora è importante procedere con il massaggio cardiaco. Ed è proprio in questa situazione che ci siamo impegnate: abbiamo preso il manichino, mimando un’emergenza, e ci siamo divise a coppie; una persona stava in ginocchio vicino alla testa per fare la respirazione bocca a bocca con l’aiuto di una apposita mascherina, mentre l’altra faceva il massaggio cardiaco vero e proprio stando più o meno accanto al petto.
Abbiamo proceduto così: prima si è chiamato il 118, controllando la respirazione, poi si è proceduto al massaggio con una serie di 30 spinte (compressioni) al centro del petto del manichino, con le mani una sopra l’altra. La forza da usare deve essere ben calcolata: per essere efficace ci vuole forza ma, al tempo stesso si deve fare attenzione a non rompere lo sterno o le costole. Dopo questi 30 massaggi cardiaci si procede alla insufflazione (nota come respirazione bocca a bocca): la persona che sta accanto alla testa posiziona la mascherina (nel caso la si abbia) sopra la bocca in modo che non esca l’aria che il soccorritore immette, l’altro aiutante procede con i massaggi. Dopo 5 insufflazioni si invertono i ruoli: la persona che faceva il massaggio va il più velocemente possibile al posto dell’altra e viceversa, si continua fino a che non arriva l’ambulanza. Beh, che dire .. questa riunione è stata davvero utile, impegnativa ed istruttiva.
Speriamo, comunque, di non doverci trovare mai nella necessità di doverla mettere in pratica!
Alice, Vice Capo Sq. Leopardi