Parco Orsiera-Rocciavrè, 1-5 Agosto 2010.
Non è facile iniziare un articolo di questo genere e non è facile scriverlo. Non è facile, in realtà, parlare di un campo mobile come quello vissuto dal Clan Nettuno dal 31 Luglio al 4 Agosto 2010 al Parco dell’Orsiera-Rocciavré, in Piemonte.
Non è facile, perché le emozioni vissute, sono state tante, anzi tantissime, e scrivere di emozioni serve a poco, perché il lettore difficilmente potrà riviverle leggendo una manciata di pixel.
Cercherò comunque di fare del mio meglio, cercherò di esprimermi in modo che Tu, anche se non hai vissuto quest’esperienza, ti sentirai parte di essa. Ti farò toccare le montagne azzurrine all’orizzonte, le corna rugose degli stambecchi, la ruvidità delle rocce, l’odore muschiato del terriccio. E alla fine mi dirai se ci sarò riuscito.
1 Agosto 2010
Mattina, bella giornata, ancora un po’ stanchi a dire il vero. Ecco il nostro treno. Poco tempo per accorgersi di essere partiti. Il suono delle rotaie, dal finestrino si vede il blu: Fano ci rivedremo fra qualche giorno. Si parte subito col piede giusto: grande allegria per tutto il viaggio. Ecco Torino, vedo il Lingotto e la bolla di Renzo Piano, il Palavela delle Olimpiadi, menate da architetto.
Piccolo tour della città, il tempo di un gelato sotto i portici, eleganti, ombrosi. Sacco e Nico non si sentono proprio a loro agio. Ripartiamo in fretta, un po’ trafelati, ma l’autobus è comodo: un po’ di sonno e siamo a Fenestrelle, punto di partenza del nostro cammino.
Il forte sembra proteggerci, si erge maestoso per una lunghezza di oltre 5 Km su un dislivello di quasi 700 m. Iniziamo subito bene, ecco Giovanni il formaggiaio col suo frigo ambulante che attira i nostri sguardi. Niente da dire: i formaggi più buoni che abbia mai mangiato in vita mia, per non parlare della ricotta fresca!
Simpatici questi Occitani malgrado il loro umorismo nero.
2 Agosto 2010
È di nuovo mattina, si parte per la grande avventura. Ci inerpichiamo su un sentiero scosceso che affianca il forte. Lo usavano per trasportare i cannoni, incredibile! Siamo in cima per l’ora di pranzo. Davanti a noi si apre la vallata sovrastata dalla costruzione d’ingresso del forte, ormai invasa da erbe selvatiche.
Foto ricordo sul ponte levatoio con nuvole sullo sfondo e si riparte: meta il rifugio Selleries.
Non arriviamo al rifugio, ci fermiamo davanti una bergerie, una fattoria. Il terreno è soffice e pianeggiante, ottimo per le nostre tende. Lo spettacolo è grandioso. Una conca naturale ci chiude da dietro, dove si trova la fattoria. Davanti a noi la valle a V da cui siamo partiti immersa nelle nubi. Le cime circostanti sono scogli che ci circondano. Una brezza leggera sospinge il belare delle pecore, mille occhi che ci guardano brucando, il nitrire dei cavalli e il ragliare dei muli. Come sottofondo a questo concerto il lamento delle cascate che scendono e si infrangono proprio vicino a noi. La sorgente la vediamo ad occhio nudo. L’acqua sgorga da una roccia lassù; sembra che qualcuno abbia bucato la montagna con un ago. La notte accoglie la prima cerimonia del campo, Sacco parte. Si incammina lungo il sentiero: è il momento per stare un po’ solo.
3 Agosto 2010
Il sole ci sorride. La giornata si preannuncia splendida. Partiamo carichi di voglia e scarichi di peso alla conquista della vetta! Il giorno sarà indimenticabile. Il sentiero è arduo. Saliamo, saliamo. Arriviamo sulla sponda di un lago: uno smeraldo incastonato tra le vette. Il panorama è splendido: di fronte a noi si erge maestosa la Cristalliera, 2801 m di roccia grigia e argento.
Continuiamo a salire. La fatica è tanta, ma la meta è sempre più vicina, ora vediamo la croce in ferro battuto adagiata tra le nubi. Mentre la osserviamo un’aquila si stacca da una guglia e spicca il volo: regale. A questo punto il sentiero diventa un ammasso di pietrame, ma noi dobbiamo arrivare in cima a tutti i costi. Si ecco ci siamo quasi, ma, no, è accaduto qualcosa. Non vediamo più il nostro CC. Dov’è finito? Si è fermato? No, non è possibile, manca così poco! Ha un problema al ginocchio, non ce la fa più. Bene allora dovremo mettercela tutta. Dobbiamo farlo per Mattio che ha stretto eroicamente i denti per noi, per permetterci di vivere questa grande conquista. Ci aspettiamo a qualche metro dalla cima per arrivare tutti insieme. Nel frattempo un gruppo di camosci ci guarda incuriosito. Si avvicinano, si avvicinano, sono a pochi metri da noi. Si allontanano saltellando in bilico sul mondo. Ma ecco la croce. Grande euforia, forse poco ossigeno al cervello data l’altezza. Veramente indimenticabile. Torniamo presto dal CC. Non possiamo divertirci senza di lui. Il party esotico si farà a 1700 m, ma che importa? No Mattio, no party.
In lontananza vediamo altri scout: i Nichelini ci stanno raggiungendo. Arrivano da noi e ci accordiamo per il bivacco di quella sera. Lo faremo insieme. Grandi risate, canti e bevute di vin brulé. Atmosfera magica, come in un sogno, divertimento dopo la pioggia del pomeriggio. Ma ancora non è finita, questa sera parto io. La pioggia se ne è andata, le stelle illuminano il mio cammino e sembrano brillare più del solito, almeno per me.
4 Agosto 2010
Di nuovo il sole. Decidiamo di tornare a valle. Mattio, imbottito di antidolorifici, non ce la fa più. Bello che la decisione avviane all’unanimità. La discesa è faticosa, ma il clima è sereno. Grande armonia nel clan, sarà per questo che tutti gli animali incontrati non hanno avuto paura di noi? Arriviamo a Villaretto. Gag spensierate da lavandare. Ci accampiamo vicino ad un lago. Zanzare e insetti ovunque, ma comunque un bel clima. Giornata dal ritmo un po’ lento. Arriva la sera è giunto il momento della terza cerimonia prevista per questo campo: parte Federico. Un grazie speciale all’impegno di Nico che ha trovato i modi più disparati per rendere indimenticabili queste cerimonie.
5 Agosto 2010
Ultimo giorno. La malinconia del ritorno è mascherata da grandi risate. Il viaggio passa sereno. Il treno scorre fluido sulle rotaie. Prova sentimentale da parte di Ricca, che insegue Alice nel Paese delle Meraviglie. L’arrivo a casa, più felice che mai, perché insieme.
Grande affiatamento, grande spirito di comunità, grande spirito di sacrificio, grande campo mobile!
Nico