Il Riparto Santa Croce si è imbattute in galassie sconosciute!

Prelato Alto (Fano)

27-12-2011
Hour 9.00 AM
Kansas, Planet Earth-Base spaziale alpha chiama nave madre “Sirion”, Base spaziale chiama “Sirion” . Passo.-
-Vi riceviamo, parla il comandante Sallistar-
-Come procede il viaggio verso il possibile pianeta gemello della Terra?-
-In ottime condizioni, non è ancora stato necessario scongelare le tre squadriglie dallo stato criogenico e il robot di bordo, Gerty, se la sta cavando benissimo-

27-12-2011
Hour 10.03 AM
Spaceship –Sirion-
-Comandante Sallistar chiama base Terra … passo. Rispondete … Passo. Abbiamo avuto dei problemi , siamo dovuti atterrare in un piccolo pianeta roccioso … passo. Abbiamo disibernato l’equipaggio. Le tre pattuglie Orsi, Tassi e Falchi, stanno già cercando i pezzi perduti della nostra astronave… passo.

Dalla cronistoria del vicecomandante Pariah:
Avevamo perduto dei pezzi importanti della nostra nave e dovevamo necessariamente recuperarli. Con l’aiuto delle squadre d’esplorazione eravamo senz’altro sicuri di riuscire a risolvere ogni problema.
Ho dato io stesso le coordinate per recuperare i primi pezzi … la missione consisteva nel ricavare dei punti su una mappa topografica, raggiungerli e recuperare le provviste perdute nel brusco atterraggio.
Subito le tre squadriglie si sono rivelate all’altezza del compito e, la sera stessa, abbiamo potuto festeggiare con i giochi olimpici invernali (Curling e hockey) e la grande tombolata.
La Fortuna dagli occhi bendati ha generosamente elargito leccornie e dolciumi, che, sulle orme della legge degli esploratori, sono stati prontamente condivisi e distribuiti. Non conoscono egoismo ed avidità i valorosi viaggiatori dello spazio; sono fratelli d’avventura e sanno bene di poter sempre contare l’uno sull’altro.
Ma la chiara notte dalle sconosciute Lune, stava già rapidamente avanzando, in quell’ignoto pianeta. Era giunto il momento di coricarsi.
L’indomani i giovani esploratori potevano già andare in avanscoperta, ad osservare quali grandi sorprese potessero celare le nuove terre che, come ignari forestieri, stavano attraversando.
Giunti in un luogo chiamato Monte Giove, sono riusciti a raccogliere interessanti informazioni e a riportare alla Sirius bellissimi schizzi panoramici e una precisa traccia del percorso effettuato. Tutte e tre le squadre hanno dimostrato d’avere grande abilità nell’antica arte dell’esplorazione.
Tornati alla nave base con ulteriori pezzi perduti, il capitano ha deciso di organizzare una grande prova teatrale.
Quella sera, mi è sembrato quasi di sentire sulla pelle il complesso vento dell’arte, che, seppur tanto improvviso e sfuggente, solo in rare occasioni sa essere così gravido d’ispirazione e divertimento, capace di trascinare con se suggestioni profonde e bellissime. Ancora i miei complimenti a tutte e tre le squadriglie per quelle che reputo tra le più divertenti scenette a cui abbia mai assistito.
Ma l’indomani era già la volta di riprendere le ricerche dei pezzi perduti della nostra astronave.
Si era scoperto che alcuni di questi si trovavano in mano a popolazioni autoctone, nascosti in una città segreta. Era iniziato il Grande Gioco.
Ogni squadriglia, armata di cerbottana, ha cercato di recuperare le tre chiavi necessarie ad aprire le porte della città misteriosa. Non bastava neutralizzare i campi di forza nemici e recuperare le tre chiavi; si dovevano seguire anche dei simboli di pista segreti, fino al luogo della città invisibile. Solo una squadriglia è riuscita nell’impresa e può ora sfoggiare nel proprio angolo la navicella aliena miniaturizzata, così difficilmente ottenuta.
Ormai pochi pezzi mancavano all’appello; furono localizzati grazie alle imponenti costellazioni invernali. Ora gli esploratori sanno bene cosa può mostrare il cielo invernale ad occhi abili e capaci di guardare. Il grande cacciatore Orione nasconde rotte invisibili, che, se giustamente attraversate, possono mostrare il nord e la giusta via da percorrere.
La nostra astronave, grazie all’aiuto, l’operosità e la fratellanza di tutti, è stata, infine, ricostruita.
Questa bella avventura c’ha fatto capire come alla base di un grande viaggio ci siano sempre la forza e la fiducia dataci dal prossimo, la quale, ben felicemente, dovrà essere ricambiata.
Come nelle galassie dello spazio profondo, ognuno di noi è una stella strettamente necessaria, ognuno di noi è un punto da cui passa la costellazione perfetta.

Federico, A.C.R.