Fano, 21 novembre 2010.
Il giorno 21 Novembre 2010 alle ore 7.30 le scolte semplici Eleonora e Federica hanno fatto un’uscita insieme alla capo fuoco Alice e alla vice capo fuoco Paola in un monastero di monache benedettine a Fano. Appena arrivate le ragazze hanno raggiunto il monastero e si sono fermate per fare un’attività condotta dalla vice capo fuoco. Successivamente si sono recate nella chiesa del monastero dove hanno partecipato alla messa delle 9.30 in compagnia delle suore medesime, che si è svolta anche con una serie di canti gregoriani e canti in latino accompagnati dall’organo. Alla fine della messa le ragazze si sono recate all’interno del monastero dove hanno avuto un colloquio con una suora del monastero stesso di nome Daniela.
Ogni suora prima di entrare in monastero riceve la vocazione, che è eterna, ovvero è già stata stabilita. Essa può essere di due tipi: religiosa o matrimoniale. Quando una persona riceve la vocazione del Signore, quindi di tipo religioso, è libera di scegliere che cammino percorrere, ma solitamente la chiamata è una scelta che l’animo fa perché non si sente completamente realizzato, ed ha ancora bisogno di qualcosa per sentirsi pienamente soddisfatto. L’età media delle suore in un monastero è di circa 65 anni, non perché le giovani non ricevano più vocazioni, ma perché la società, la scuola e le famiglie non affrontano in modo opportuno l’argomento “religione”, e quindi le ragazze di oggi hanno una visione diversa della chiamata, intesa come “dono di Dio”. La clausura delle monache benedettine è di tipo monastico, mentre quella di suore di altri monasteri è di tipo papale, perciò può essere rotta solo dal papato. Nell’ordine benedettino quindi tutte le decisioni vengono prese dalla badessa che si consulta anche con le altre monache, poiché ogni monastero è indipendente da qualsiasi altro condizionamento esterno. Le suore di questo ordine sono chiamate all’unione con Dio attraverso tutti i piccoli gesti quotidiani, ovvero conseguendo la Santità, cioè la piena soddisfazione nella realizzazione del proprio progetto di vita. Se la suora non ha raggiunto la Santità entro un determinato periodo di tempo della sua carriera si può dire che abbia “fallito”. In questo monastero si producono ostie, le stesse ostie che poi verranno consacrate per diventare eucarestia. Questo lavoro non deve essere visto come un dovere o una costrizione dalla parte delle monache, ma come un mezzo per arrivare all’unione con Dio. L’abito caratteristico delle suore generalmente è di colore nero. Non perché ve ne sia un motivo valido; infatti San Benedetto stabilisce che l’abito deve essere realizzato con materiale trovato nei pressi del monastero, poco costoso, e abbastanza lungo in modo da coprirsi almeno fino al ginocchio. Il colore non è importante poiché non è stato specificato. Quindi come dice Suor Daniela la badessa potrebbe decidere in qualsiasi momento di cambiare colore o modello all’abito (questo per quanto riguarda le monache di clausura monastica).
I voti benedettini ai quali una monaca è chiamata sono:
– Stabilità: ella deve risiedere stabilmente nel monastero
– Obbedienza: in qualsiasi momento ella deve ascoltare gli ordini della badessa
– Conversione: ella ha il dovere di convertirsi giorno per giorno
– Povertà: tutte le azioni che ella compie devono essere finalizzate a fare del bene, non a scopo di lucro
Secondo Daniela, Gesù è veramente presente e capirlo nella sua concretezza è il primo obiettivo che un cristiano deve porsi nel suo cammino di fede. Per quanto riguarda la sua esperienza lei è riuscita a raggiungere il suo traguardo di piena unione con Dio attraverso l’eucarestia e il rosario quotidiano.
Questa giornata, a mio parere, è stata molto significativa per noi e vedere l’intensità con la quale esse vivono la propria fede ci dovrebbe far riflettere, impegnandoci a prenderle come punto di riferimento.
Eleonora, Scolta Semplice