Esperienza di servizio in Francia – PARIGI 36°

Parigi

Sapevate voi che le Coccinelle non sono presenti in ogni gruppo scout FSE? Infatti le coccinelle nascono, ancor prima dell’FSE, con l’AGI(Associazione Guide Italiane) e solo successivamente vengono riprese dall’FSE quando questa nasce in Italia (1976). Le coccinelle sono quindi prettamente italiane e nascono come sostituzione al metodo “Lupette”, proponendo anche un ambiente diverso dalla Giungla: il Bosco, il tutto che viene reputato più adatto alla bambina. “Capitan ovvio” dirà qualcuno, ma finchè non ti scontri con una realtà diversa dalla tua, finchè non esci dal guscio, così ovvio non è. Ancora una volta, l’Erasmus apre la mente!!
Ma ricominciamo dall’inizio: sono stata in Erasmus in Francia (a Parigi) e prima di partire mi sono preoccupata all’idea di passare 5 mesi senza scoutismo e, un po’ anche per instaurare già qualche rapporto nella nuova grande città, ho contattato gli scout francesi, che mi hanno dato la mail di una segretaria nazionale, che mi ha indirizzato a una capo gruppo, che mi ha dato il numero di………..Akela.
Aiuto.
Io che ero super gasata di fare del Guidismo francese, pronta a portare un po’ di Italia ma ancora di più pronta a ricevere taaaanto da un bel Riparto francese, mi ritrovo il numero di Akela.
Non ho neanche il tempo di dire che io in realtà in Italia sono in branca verde, che è Akela stessa a contattarmi e a inondarmi di progetti, piani futuri, informazioni……….e così inizia il mio servizio in Branco nel Parigi 36°, le cui Lupette altrimenti non avrebbero potuto fare attività perché in Pattuglia c’era, al momento, soltanto Akela.
Ok, buttiamoci in questa avventura: d’ora in avanti mi chiameranno Bagheera!
Mi armo di barrette gialle della Gio, prendo il Manuale dei lupetti di Lollo, cerco il film del libro della Giungla per provare a capire di cosa si sta parlando.

Gli scout francesi…sono un po’ diversi da noi ahahah per lo meno quelli che ho conosciuto io.
A Parigi non esiste un Fuoco, non esiste una direzione di Gruppo, o sei in staff o non sei più nel gruppo di fatto…
A Parigi non c’è una forte concezione di ‘stile scout’: si va in collant bianche, senza calzettoni, con le scarpe da ginnastica o delle scarpette colorate e per nulla impermeabili o tecniche.
A Parigi si seguono molto le norme, se non si è 4 Capo, una ogni 6 Lupette, non si va in uscita e non si può fare il campo estivo se non si ha almeno una Capo con la patente e una che abbia fatto il 1°tempo Lupette.
A Parigi non è facile avere una sede.
A Parigi non c’è una messa di Gruppo, un pranzo coi genitori, la Messa di Natale insieme, il vin brulé dietro la chiesa..
A Parigi non è facile fare scoutismo nel mezzo della città, non è facile trovare posti verdi e ampi ma poco affollati.
A Parigi non c’è una Maru che ti chiede come è andata dopo ogni nuova attività, non c’è Don Peppe che ti conosce e ti rende partecipe a Messa, non c’è la cena insieme dopo la Route, non ci sono i genitori che conosci, le Guide che conosci, la staff con cui fai mille risate, i canti che conosci, i bans che ti piacciono e tutte le cose che ti fanno sentire a casa tua.

Eppure…….quando un giorno si canta il canto della Promessa tutti insieme e cambiano sì le parole, ma non il significato, non la melodia, non lo spirito…improvvisamente ti senti di nuovo a casa. Quel giorno ho sentito un’energia nuova, ma che in fondo era la stessa energia che avevo qui a Calcinelli.
E dopo due mesi, quando hai dei nuovi canti che ti piacciono, delle nuove Lupette che ti cercano, si fidano di te e danno confidenza, dei nuovi genitori che ti salutano “Bonjour Bagheera”….improvvisamente non ti senti più strana, non ti senti straniera…senti che “non ti chiedono il paese né ti chiedo chi sei tu,
ma soltanto ti chiamo fratello,
l’ideale e la Legge che ci hanno uniti qui
son più forti dell’avversità”.

Però, per chiunque dubiti, io ho capito che siamo davvero fortunati ad avere una Direzione di Gruppo, perché là a Parigi ogni Capo era un po’ a sé, e se la gestiva come voleva, nel bene ma anche nel male. Là l’occasione di confronto per un Capo di 19 anni sono le norme direttive, e poco altro. E in base a cosa si legge lì, si agisce. Non ci sono “i più grandi”, quelli “con più esperienza”, ma non ci sono nemmeno le Scolte o i Rover da chiamare quando c’è bisogno: la staff (Io e Akela) poi ha acquisito Baloo e Kaa, ma, con mia grande sorpresa, queste due nuove Aiuto non sono altro che state trovate “per fortuna”(passatemi il termine), ovvero non hanno mai avuto alcuna esperienza scout, è un mondo totalmente nuovo per loro, sono forse amiche di amiche di conoscenti.

Insomma le difficoltà iniziali ci sono state, probabilmente perché l’aspettativa è spesso diversa dalla realtà, e se sei innamorata del tuo scoutismo e della maniera che conosci già di fare scoutismo, uno scoutismo un po’ diverso ti destabilizza. Ma rifarei questa esperienza altre 200 volte, in altri 200 gruppi diversi, perché vedere la diversità alla fine è molto più bello che vedere le stesse cose, così come vedere le stesse cose ma in un contesto diverso è già esperienza, e l’energia che ti ritorna alla fine vale tutti gli sforzi che fai per abituarti.

In sintesi, anche in un posto nuovo, se condividi gli ideali dello scoutismo, arrivi a sentirti a CASA, perché, altra grande perla dell’Erasmus, CASA non è per forza dove sei sempre stato, ma è dove metti il cuore per rendere un posto il TUO posto, CASA è dove ti spendi per costruire qualcosa e stringere relazioni tra te e gli altri e tra te e l’ambiente.

Jessi
Volpe Scaltra