Urbania, 28-29 gennaio 2006.
Quest’anno l’uscita del San Paolo è stata fatta di unità (secondo le norme Giovanello-Direttive) e siamo andati a Urbania, trascorrendo un po’ di tempo con i folletti (Biagio ne ha anche visto uno vero e ha incominciato a rincorrerlo).
Siamo partiti decimati dalla SCM (sindrome del calciatore medio) e con un po’ di ritardo con questa formazione: Io, Lollo, Rikka, Giova, Fix, Biagio, Cico A, Cico F, Maro, River F e River N.
Siamo arrivati all’ostello che si stava facendo buio, quindi ci siamo potuti rendere conto del bel paesaggio che ci circondava solo la mattina seguente; tutto sommato anche la casa non era male soprattutto grazie anche al gestore, Nico, ex-Capo Clan di Urbania, il cui hobby abbiamo scoperto essere alternare 1 minuto di dialetto a 1 minuto di italiano.
Subito, abbiamo fatto il classico giochino notturno in cui bisogna togliersi un vestito ogni volta che si è puntati con la torcia da un membro della staff e il motto era “novizi in mutande” (riuscito a pieno)… poi dopo un rovinoso incidente si è trasformato in “raddrizza la costola di Rikka”.
Dopo cena (Io ho chiaramente vinto il duello di cucina con Giova con un piatto raffinato e colorato), abbiamo malvolentieri intrapreso uno pseudo-fuoco cercando di annientare fisicamente e moralmente i novizi, chiaramente tutto a scopo educativo e formativo!
L’indomani, freschi come il pane (sono un poeta mancato) siamo andati a Messa (…) (questi puntini di sospensione lasciano intendere che non sia stata una Messa come tutte le altre, provate a chiedere direttamente a Mattio – aggiunta di Giova) poi abbiamo preparato una prelibata ed elegante colazione per i novizi per farci scusare della serata prima.
Poco più tardi ci siamo divisi in pattuglie e ognuna era libera di andare dove voleva per poter riflettere, discutere e passeggiare scattando fotografie, che sarebbero servite per esporre in maniera multimediale (avevamo macchine digitali super deluxe e computer portatili ultrapiatti, con annesso un video proiettore a pannelli solari – Lo scout è economo -), quello che ci avevano fatto scaturire le parole, le opere e la vita di San Paolo cercando di collocare i nostri comportamenti nella “VIA, VERITA’ E VITA” oppure nel “SENTIERO, COMPROMESSO E SILENZIO”.
In contemporanea alla produzione multimediale, una pattuglia alla volta cercava di scalare la parete per arrampicata che era su un lato della casa: qualcuno era titubante perché era Giova che lo teneva in sicura (vedi Mattio), qualcun altro voleva fare come Tarzan (vedi River), qualcun altro una volta arrivato in cima non voleva più scendere (vedi Cico)… ma alla fine è stato veramente divertente.
Le presentazioni sono state tutte interessanti e si è visto veramente molto impegno, anche se qualcuna abbiamo dovuto immaginarcela soltanto, perché non partivano i file e Giova non sa usare il computer. L’unica cosa che ci è dispiaciuta è non aver potuto dare una mano a Nico a trasportare un castello di 500 kg di legno fin su in cima al monte per metterlo nel sentiero dei folletti… purtroppo era tardi e stavo diventando buio !!!!!!!! Nel tornare abbiamo anche incontrato quel latitante di Damiano, che curava la SCM…assieme alla ragazza!
Sinceramente, anche se non ci sono state grandi imprese e non c’è stata molta strada, è stata una bella uscita perché c’era un clima sereno e disteso, abbiamo avuto molto tempo per poter riflettere (dimenticavo la veglia di sabato notte) ma, cosa ancor più importante, abbiamo aggiunto un tassello nel nostro cammino di maturazione cercando di tendere…a San Paolo.
Mattio