Grotta del Nerone: altra vittima per il Nettuno

Monte Nerone, 22-23 aprile 2006.

Erano le 15.00 del 22 aprile 2006 quando il Nettuno si riuniva davanti alla Chiesa per l’uscita di Clan. Una volta incontratici ci siamo resi conto che anche stavolta gli assenteisti erano parecchi, ma dato che non è il numero che conta, ma la qualità delle persone che partono non ci siamo preoccupati di questo problema. Piuttosto il sottoscritto e Maro hanno avuto di che preoccuparsi quando hanno notato che, a parte loro, tutti gli altri, considerati i 35° di temperatura, avevano optato per i pantaloncini corti della uniforme (a onor di cronaca costoro erano stati avvisati da un oscuro personaggio che chiameremo C.C, il quale non si era preso la briga di avvisare i due sfortunati). Così, a causa del cambio dei pantaloni, si è reso inevitabile il consueto ritardo e di fatto non siamo partiti prima delle 15.45. Così siamo giunti verso le 16.30 alla chiesetta di S. Maria in Val d’Abisso. Qui ci siamo fermati e ci è stata brevemente illustrata la modalità dell’uscita, che consisteva in una sorta di pre-Challenge. Così dopo esserci divisi in 3 pattuglie, bussole e goniometri alla mano, siamo partiti, diretti alla Grotta del Nerone, luogo che avrebbe ospitato il nostro pernottamento. Se qualcuno di noi fosse stato preoccupato dal fatto di dormire all’interno di una grotta, lo è sicuramente diventato ancor più dopo che Giova ha indicato un puntino in cima al monte, invisibile ai più, come nostra destinazione. Il percorso intrapreso inizialmente è stato veramente duro, ma d’altronde un Rover deve essere coerente con i propri ideali e tutti noi sappiamo che la via giusta, la più gratificante, è sempre quella in salita. Abbiamo così attraversato i magnifici paesaggi che ci ha offerto il sentiero e dopo due ore e mezza di cammino siamo giunti alla splendida Balza Forata, una magnifica guglia naturale che offre una splendida veduta panoramica su Piobbico e su tutto l’entroterra. Ovviamente non abbiamo perso occasione di realizzare il nostro consueto servizio fotografico in vetta, nella speranza che prima o poi la redazione di Carnet di Marcia premi la nostra costanza e pubblichi qualche nostra foto. Ripreso il percorso, siamo finalmente giunti alla Grotta del Nerone verso le 20.30. Visto il languorino che aveva attanagliato tutti noi, senza indugiare abbiamo raccolto la legna ed acceso il fuoco per la trappeur, utilizzando soltanto la pietra focaia procurata da Giova ed un po’ di cotone a cui aveva provveduto Ricca (durante tutto questo lasso di tempo Maro era appena riuscito ad impostare la costruzione della graticola tanta decantata da quest’ultimo). Le vivande preparate da noi erano tutte deliziose, ma merita una citazione particolare lo squisito e nutriente peperone con frittata al suo interno, preparato con grande cura dal nostro Berlo, che alla fine della cena si è dichiarato sazio come non mai (se da ora in poi non mi vedrete più sappiate che sono latitante). A parte l’inconveniente del peperone (in fondo gli ho soltanto fatto cadere sulla brace la sola cosa che si era portato per cena) la serata è trascorsa tranquilla, tanta era la stanchezza. Nel frattempo ci aveva raggiunto la Direzione di Gruppo al completo, data l’importante cerimonia che si sarebbe svolta da lì a poco, la Partenza di Fix. In seguito abbiamo così vissuto l’emozionante rito che ha visto la Partenza di Fix dal Clan Nettuno. Sarà forse per il fatto che era la prima Partenza a cui assistevo, ma devo dire l’esperienza è stata davvero toccante. Una volta che Fix ci aveva lasciati, abbiamo deciso che era ora di sistemarci per la notte ed abbiamo avuto la brillante idea di accendere un particolare tipo di fuoco, chiamato a riflettore, per riscaldare la gelida grotta in cui dormivamo. Avevamo però trascurato che il fuoco a riflettore, ottimo per riscaldare in quanto riflette il calore, come tutti gli altri tipi di fuochi lascia quello spiacevole residuo gassoso che si chiama fumo. Abbiamo quindi dovuto attendere che la grotta si liberasse dal fumo di cui abbondava, prima di poterci coricare. La mattina seguente, alzatici di buon ora, dopo aver fatto colazione, abbiamo deciso di visitare le viscere della Grotta del Nerone e ci siamo spinti fin dove i cunicoli permettessero il transito della nostra mole. In compenso siamo partiti con diverse ore di ritardo sulla tabella di marcia e di conseguenza abbiamo dovuto accelerare il passo nel percorso. Eravamo diretti al rifugio Corsini, ove siamo giunti verso le 13.00, dopo esserci ricongiunti durante il tragitto con Fix. Stavolta abbiamo provato ad accendere il fuoco servendoci soltanto di una lente d’ingrandimento e siamo anche certi che avrebbe funzionato, se solo non fossimo stati presi dalla fretta di cucinare per ripartire. Così abbiamo ripiegato sulla collaudata pietra focaia ed il pranzo è filato liscio, visto che pure Berlo è riuscito a mangiare qualcosa. Verso le 15.00 siamo ripartiti, dopo che Fix ci ha consegnato dei graziosi origami da lui fabbricati come ricordo della sua Partenza. Ci attendevano 900 metri di dislivello, tanti quanti ne avevamo fatti in un giorno intero, solo che stavolta eravamo diretti a valle. Così il Nettuno ha mostrato gli occhi di tigre ed in meno di due ore è riuscito nell’impresa di tornare alle chiesetta. In conclusione i due giorni vissuti sono stati fantastici, forse paragonabili solo alla fatica del cammino ed alla bellezza dei paesaggi che abbiamo potuto ammirare. Vorrei rivolgere un augurio a Fix, affinché questa Partenza non sia un arrivo, ma una rampa di lancio per tanti altri traguardi e tante altri bei momenti che potrai vivere nello Scoutismo. Infine il pensiero va al Challenge, fra due settimane: la forcola deve restare dove è ora. E quindi

Forza Clan Nettuno
Sempre avanti a vele spiegate!

Cicoli Giacomo, Tigre Bianca delle Nevi