Valle del Metauro, 10-11 maggio 2008.
Sacco: “pagati gli errori del primo giorno”
Si è appena concluso il Challenge 2008, tenutosi quest’anno lungo la valle del Metauro. Il percorso è partito dal Furlo ed è arrivato a Fano. La gara ha riconfermato detentori dell’ambita forcola il clan di Jesi, clan che ha conquistato anche la seconda posizione. Tutto è cominciato nella giornata di Sabato. Ore 17: scatta il via. La prima prova ci chiede di rispondere a dieci domande-indovinello; ad ogni correzione successiva alla prima, alla presenza anche di un solo errore, la pattuglia viene sanzionata con l’obbligo di effettuare dieci flessioni sulle braccia. Si procede fino al momento in cui la pattuglia consegna il foglio con tutte le risposte esatte (la domanda più difficile: qual è quella cosa che inizia per B, finisce per A e contiene una sola lettera?). La pattuglia Ale-Sacco è la prima a superare la prova; deve perciò registrare la propria partenza e il nome della pattuglia… e iniziano le prime polemiche. Il nome scelto dalla pattuglia (“La lega dell’amore – Elio presidente”) viene clamorosamente rifiutato. “Era troppo lungo”, cosi si è giustificato uno degli organizzatori. Il nome è stato quindi ridotto alla sola parola “amore”, gettando nel più grande sconforto il sottoscritto, che aveva comunque già partorito il suo nuovo slogan (“alla fine a vincere è sempre l’amore”). La pattuglia Loacher, composta dalla famiglia Rivelli e Nicolò parte subito dopo e così la compagine Nettuniana si ritrova in testa alla seconda prova, organizzata proprio dal nostro CC Bruno. Ora si trattava di costruire dei friscaletti con una canna di bambù e i nostri coltellini; buono il risultato della pattuglia Loacher, che ha costruito secondo il nostro CC il migliore dei friscaletti che ha visto realizzare; altrettanto non si può dire per la pattuglia Amore, il cui fischietto ha concesso un sibilo appena udibile. Il punto seguente è la tanto famosa “Testa del Duce”. Comincia un’intensa salita e se ne vanno le prime lattine di Energia e Energia Cola (la novità più importante del Challenge). La compagine nettuniana scala tutta unita, ma decide di percorrere un sentiero “alternativo”, perdendo così la retta via. Si ritorna indietro e si rimbocca la via giusta, ma il vantaggio accumulato è andato ahi noi perduto. Risalendo dal nuovo sentiero abbiamo però allungato il percorso e siamo arrivati alla terza prova (osservazione) già con un certo ritardo rispetto alle prime pattuglie. È ormai tardi; il sole tramonta e iniziano i primi veri problemi. Tre pattuglie sono già scese a valle, dopo essersi cimentate alla prova di segnalazione. Altre nove pattuglie hanno atteso il rinforzo di Giova per ritrovare la strada maestra. Sei pattuglie son state guidate in fondo da altri due capi, ma una pattuglia rimane ancora dispersa: “siamo in fondo ad un ghiaione, non possiamo né salire né scendere”. E così, dopo una tormentata odissea, tutte le pattuglie vengono condotte al Pelingo, sede dell’accampamento notturno. Anzi, tutte tranne una! La pattuglia intrappolata nel ghiaione ha deciso infatti di accamparsi in loco e rinunciare alla gara. Sono ormai le undici e mezza; c’è giusto il tempo di mangiare qualcosa e di riposare quelle cinque ore. Si riparte infatti di buon mattino; la pattuglia Loacher deve infatti fare una bella levataccia, risultato di una regola che ha fatto molto discutere, ma che alla fine è stata comunque accettata. “In questi casi ci vuole un forte senso delle Istituzioni” ha commentato la pattuglia Amore (la pattuglia Amore è stata notevolmente avvantaggiata dalla decisione, ndr). Si inforcano le biciclette alla volta di Fossombrone, dove è stata affronta una prova a tempo in bici. Da lì ci siamo diretti alla volta di Pian di Rose, prova di espressione. Nel tratto Fossombrone – Pian di Rose si registra uno spiacevole inconveniente per la pattuglia Loacher: la bicicletta di Nicolò si deve fermare per una foratura (rimarrà l’unica foratura su 90 gomme di tutte le biciclette del Challenge). L’ammiraglia nettuniana, pilotata dal nostro CC ha dovuto provvedere alla sostituzione del mezzo. Da Pian di Rose ci siamo diretti a Fiordipiano, per affrontare il gioco di Kim tattile, e infine ci siamo diretti al mare, attraverso alcuni sentieri dalla folta vegetazione che da Bellocchi ci hanno diretto a Fano, in località Madonna Ponte. Ci siamo recati in spiaggia per affrontare la prova di Canoa; prova superata molto bene dalla pattuglia Amore, che ha fatto segnare un buon tempo, malgrado le difficoltà iniziali. Meno fortunata la prova della pattuglia Loacher, che ha schierato la squadra Rivelli. I due si sono ben comportati nelle prime battute, ma si sono purtroppo persi nel finale; Nicola è andato in confusione e Federico non è stato in grado di aiutarlo, vedendolo in difficoltà (a presto il video su Youtube di entrambe le prove). Da registrare un fuori programma: la pattuglia Amore si è concessa ad un bagno pre-estivo, dettato da un esigenza di igiene. Tornati alla pineta abbiamo affrontato l’ultima prova, la gara di cucina, che prevedeva la preparazione degli straccetti alla romana. Il Challenge è poi terminato con la premiazione e la ss. Messa.
Grandi complimenti vanno rivolti alla pattuglia Boy di Jesi, vincitrice della gara. Per quanto riguarda il clan Nettuno, la pattuglia Amore si è classificata decima, mentre i Loacher sono arrivati quattordicesimi.
Congratulazioni anche a Nicolone del clan Aldebaraan di Fano, la persona indicata dai più come il vincitore morale di questo Challenge, uno che doveva essere quasi di peso (peso che non gli manca, si capisce dal soprannome) e che invece è stato un grande trascinatore della propria pattuglia, contribuendo ad un buon piazzamento.
In una giornata come questa, però, va detto che a vincere sono stati tutti, perché dopo tanto sudore e tanta fatica, dopo tanto impegno e tanta passione messa in gioco nessuno, e ripeto, nessuno può sentirsi un perdente.
Questo è quanto.
Alessandro Cicoli, Pattuglia “Amore”