5° Compleanno Clan Nettuno

Firenze, 27 novembre 2005.

Come ogni anno, il Clan Nettuno, festeggia il suo compleanno. Nel 2005 festeggia il suo quinto anno di vita contando tra le sue file ben venti nettuniani! Da tradizione i festeggiamenti si svolgono nel mese di novembre (domenica 27) e quest’anno in barba a ogni pronostico che vedeva la consueta uscita nella città che ha dato i natali al nostro Clan (Bologna – Piazza del Nettuno), abbiamo deciso di cambiare meta dirigendoci verso un’altra città di fama nazionale: Firenze!
Nonostante l’ora d’incontro relativamente prematura (4:30 del mattino) l’affluenza e lo spirito sono stati alti fin da subito! Tra piccoli inconvenienti (17 biglietti e 18 persone) siamo riusciti a prendere il treno che ci avrebbe condotto verso il paese della Fiorentina (intendo la bistecca non la squadra)!
La giornata è stata subito all’insegna dell’allegria e della voglia di scoprire nuovi posti. Grazie alla nostra guida di fiducia, Cristiana, alla quale dobbiamo il risvolto culturale e leggendario della giornata. Accompagnandoci per locali, vicoli, mucche colorate e monumenti ci siamo gustati l’Arno, palazzo Pitti, Ponte Vecchio con i suoi lucchetti, Palazzo Vecchio, le statue vicino agli Uffizi e il mercatino tipico di Firenze. Senza dimenticare il Duomo con il campanile e l’innovativa tecnica dei mattoni a spina di pesce per sostenere la cupola. Dopo aver visitato la chiesa dove riposa la famiglia Dei Medici, abbiamo consumato un tipico pranzo Fiorentino! Davvero ottimo! Dopo pranzo, consigliati dal tempo incerto e dalle lancette dell’orologio ci siamo diretti alla stazione del treno per intraprendere il viaggio di casa. Ancora una volta lo spirito di comunità ci ha permesso di assaporare un momento di felicità brindando ai cinque anni del clan! Stanchi ma gasati dalla giornata siamo tornati verso casa senza dimenticare il bello di stare insieme, cantando, chiacchierando e a volte… ballando! Tutto è stato condito da un sole che ci ha accompagnato e da uno stare insieme che solo tutto il clan al completo può fornire!

Aspettando il prossimo compleanno… sempre avanti clan Nettuno!

Lorenzo Bruscoli

Uscita Novizi Regionale 2005

Castelletta di Fabriano, 05-06 novembre 2005.

Chi non vorrebbe uscire dalla noiosa quotidianità, magari arrampicandosi faticosamente su per un monte e, poi, ridiscendere la china attraverso un ghiaione infinito, rischiando svariate volte di inciampare e rotolare ammaccato giù fino a valle?!! Tutto questo è successo sabato 5 e domenica 6 novembre a tutti i novizi della regione Marche ( …più un emiliano).
L’uscita si è svolta in un piccolo paese arroccato sui rilievi dell’entroterra marchigiano a due passi dal parco della Gola della Rossa e delle Grotte di Frasassi: Castelletta di Fabriano. In quest’uscita ho potuto conoscere altre persone, che come me, hanno intrapreso dopo i passaggi la loro prima esperienza di vita di clan. L’uscita era basata sui tre pilastri fondamentali del roverismo: Strada, Comunità e Servizio, tutto tenuto ben saldo dalla Fede. Nel tardo pomeriggio abbiamo capito, anche attraverso l’aiuto di un gioco, l’importanza della comunità. La sera, invece, a spesa della nostra cena, ci siamo avventurati nei meandri del servizio. L’attività dello scambio dei pasti, nonostante il dispiacere iniziale (ricordo ancora l’intenso profumo dei miei involtini succulenti!!!), è stato in realtà molto istruttivo, e alla fine abbiamo provato vera gioia nell’esserci serviti gli uni con gli altri. Il giorno successivo è stato dedicato completamente al cammino, il quale è stato pienamente appreso lungo il percorso. La camminata è stata veramente fantastica. Salite interminabili si addentravano nel bosco, manifestante, soprattutto durante questa stagione, una varietà interminabile di colori: alberi caduchi infiammati di rosso fuoco e colorazioni auree, d’ocra e verde splendente, erano alternati alle più cupe tonalità delle rocce, rese lucide dalla pioggia cadente. Questa picchiettando sulle foglie sembrava dar nuova vita alla selva. Dalle chiome più rade, inoltre, si aprivano scorci sui circostanti rilievi, che, come grossi coni di roccia incappucciati di nebbia, si ergevano fieri. La fitta foschia occultava però le vallate, negandoci il paesaggio sottostante. Tutta la camminata si è svolta in compagnia della pioggia, che inizialmente si era mostrata come un grande disagio, ma che poi, a mio parere, ha reso le cose più interessanti. Senza l’acqua non mi sarei divertito tanto (ma non avrei sicuramente preso il raffreddore e il mal di gola 😀 ). In una sola parola posso dire che l’uscita regionale novizi è stata veramente divertente.

Federico e Nicola Rivelli

Uscita d’Alta Sq. Distretto di Pesaro

Monte Nerone, 5-6 novembre 2005.

L’alta sq. Cinghiali degli esploratori del riparto S.Croce è partita verso la casa don Noe, situata sul monte Nerone, verso le due e mezzo del cinque novembre. Hanno partecipato a questa uscita il Tapi per gli Orsi, Tado e Biagio per i Lupi, Perla per le Tigri e io, Nicolò, e Soro per i Falchi. Con le auto siamo giunti fino a Piobbico, dove poi abbiamo continuato a piedi fino alla meta. Dopo aver camminato a lungo, su ripidi pendii e tra una fittissima nebbia, siamo giunti alla casa, ci siamo riscaldati e ci siamo un po’ organizzati per cenare e per il fuoco. Prima e dopo la cena abbiamo ognuno ripassato le parti della scenetta che trattava il tema della fraternità: per parlare nel migliore dei modi di questo argomento, ogni riparto del distretto a preparato un cartellone, da inserire poi nello svolgimento della scenetta. Queste sono state tutte molto carine e divertenti e si è visto anche l’impegno messo da tutti i ragazzi. La nostra scenetta era ambientata su porta a porta e io ero il Bruno Vespa della situazione: la recita iniziava con un fatto di cronaca sulla fratellanza, per poi passare al simbolo della fraternità( dove c’è scritto in latino qualcosa che neanche il mio professore di latino non è riuscito a tradurre e cioè: FRATERNITAS HERMETIS SIMPLEX SIGILLUM VERI). La scenetta continuava poi con alcuni pezzi del vangelo, alcune poesie, alcune testimonianze, fino ad arrivare alla canzone “insieme” cantata dall’ospite d’onore Perla, ormai da mesi sui primi posti della top ten musicale mondiale. Alla fine del fuoco c’è stata la messa svolta da don Stiven, diventato sacerdote poche settimane prima e verso le undici e mezzo, siamo andati a “dormire”, tanto che a mezzanotte e mezza eravamo ancora svegli e infatti i capi “non” si sono arrabbiati e “non” ci hanno neanche portati di fuori al gelo a correre: che gentili!!!
Il mattino però sono stati molto buoni a svegliarci alle otto; siamo usciti a far ginnastica e il tempo ci ha accolti subito bene:freddo e pioggia!!! Dopo aver fatto colazione e gli zaini i capi ci hanno spiegato il gioco da svolgere la domenica stessa: sulla cartina dovevamo trovare i punti di un percorso e in ognuno c’era una prova da superare, però siamo riusciti completarne solamente una, quella delle stime di un’altezza e di una distanza perché il tempo non ci ha permesso di continuare. Il paesaggio che abbiamo attraversato per obbligo del percorso era molto bello e suggestivo, ma allo stesso tempo pericoloso perché si trattava di un sentiero molto vicino ad un burrone e soprattutto bagnato fradicio, del resto come noi! Infatti i capi ci sono venuti a prendere con le macchine, ci siamo cambiati e dati una sistemata e siamo andati a visitare proprio li vicino la grotta del Nerone: una bellissima caverna, ampia all’entrata, con una stanza sulla sinistra dove si trova un pericoloso pozzo e una scultura, forse molto antica, che indicava appunto il pericolo del pozzo, visto che in quell’antro la luce non penetra e c’è il vero buio, non quello di casa o della notte, ma quello che ci immaginiamo nei sogni, dove non sei capace di vedere la tua mano anche ad un millimetro e dove sei costretto ad affidarti al solo senso dell’udito; una sensazione favolosa, da provare e da rifare. In seguito, visto che la legna e il posto non erano dei migliori per cucinare alla trappeur, i capi hanno deciso di tornare ognuno alla propria sede e di mangiare negli angoli; i nostri magazzinieri hanno comprato tutto l’occorrente per fare gli involtini e le costarelle, i cucinieri hanno fatto pienamente il loro dovere e abbiamo così chiuso questa bella uscita mangiando; da non dimenticare le due rotelle al cioccolato come dolce!!!

Pompili Nicolò – Falco Affidabile
Segretario Sq. Cinghiali

Le nostre impronte

Massimo Mattioli

Questo libro nasceva dal desiderio di lasciare una memoria scritta del nostro Gruppo Scout Calcinelli 1°, tramite i racconti e le fotografie che si sono accumulati in questo lungo viaggio. Ci aspettavamo di poter compiere questa missione uscendone illesi, ma così non è stato. Non è stato facile rivivere questi momenti attraverso le voci e gli scatti dei Capi, perché ogni volta entravamo più a fondo nella complessità delle relazioni vissute, capivamo come fosse difficile rialzare le tessere di un domino iniziato ben trenta anni fa: scoprendo una tessera se ne apriva una, poi una altra e così via a ritroso fino alle origini. Cambiavano i volti, i luoghi, le stagioni, le attività, ma l’unica cosa che rimaneva costante era la passione dei Capi: questa non si può raccontare né immortalare, ma soltanto rispettare. Solo grazie a chi ci ha preceduto potremmo sapere da dove siamo partiti e dove andremo. Ma questo perché? Solo il nostro caro B.P., nelle sue parole semplici e dirette, può spiegarcelo.

“Ma il mezzo più importante per la formazione rimane, ancora una volta, l’esempio del Capo. È ciò che il Capo fa, non tanto quello che dice, che influenza il ragazzo. Nel divenire Capi, avete iniziato a dare una prova concreta del segreto vero del buon civismo, che poi è anche il segreto del successo di ogni scelta professionale: avete scelto di essere Capi non per quello che potete trarne fuori, ma per quello che ci metterete dentro”. Robert Baden-Powell – Il libro dei capi

Buona lettura, buona visione e… Buona Strada.

1988/1997 L’alba del gruppo

Massimo Mattioli, interviste: Rosanna Valeri Renzoni e Don Giuseppe Monaco

Per partire verso questa nostro viaggio fotografico che ci mostrerà tutta (o quasi) la storia del Gruppo Calcinelli 1°, bisogna andare ad esplorare le nostre origini. Abbiamo quindi intervistato Rosanna Valeri Renzoni (ex Preside dell’Istituto Comprensivo “G. Leopardi”), la persona che intuì un’esigenza della comunità e si adoperò materialmente per “accendere la scintilla” da cui partì il fuoco che arde tutt’ora. Il desiderio di ampliare l’offerta educativa del nostro territorio la condusse a conoscere lo scoutismo, già attivo nella cittadina di Fano, il cui aiuto fu indispensabile.

Come è nata in lei questa idea ed in che modo ha deciso che la proposta Scout potesse esserne la risposta? È stata ben accolta o ha trovato qualche resistenza?

Sono arrivata come preside della Scuola Media di Saltara nel 1985 e dopo poco mi accorsi che mancavano proposte concrete per i ragazzi, soprattutto della fascia critica adolescenziale e preadolescenziale: quello che mi colpì fu l’assenza di attività valide per il dopo-scuola. Quindi contattai Carlo Bertini, un signore con barba e baffi, Capo del Gruppo Scout di Fano e gli feci la proposta: lui fu ben lieto di aiutarci! Di lì a breve ne parlai con Don Giulio Polverari che, entusiasta, sposò la causa e si adoperò per trovare locali dove far riunire i ragazzi, ma soprattutto riuscì a trovare persone adulte che volessero aiutare, quindi coinvolse suo fratello Riccardo ed il giovane Giacomo Ruggeri. Dopo due anni circa di preparativi si riuscì a partire: la prima Squadriglia era infatti composta quasi interamente da ragazzi della classe di mio figlio, lui compreso. La foto che ho ritrovato è però del secondo anno di attività, precisamente del 2 aprile 1989 quando il Gruppo si era già iniziato ad ampliare, e ricordo che la proposta fu condivisa da molti genitori, perché ritenuta valida, pur non conoscendola a fondo.

Come è stato collaborare con Don Giulio?

Ho trovato da subito una grandissima disponibilità, Don Giulio è sempre stato una persona molto importante per me e per la comunità intera, ed ancora lo ricordo con affetto. Trovai anche una gran disponibilità nel Gruppo di Fano che fece da guida ed accolse i futuri Capi di Calcinelli, insegnando loro le basi per poter iniziare.

Avrebbe mai creduto che da quella idea sarebbe potuta nascere una realtà così longeva ed in grado di cambiare “silenziosamente” la nostra comunità?

In realtà ci speravo: pensavo che dopo averlo fatto partire sarebbe piaciuto. Chiaramente con il trascorrere degli anni mi allontanai dalle attività, ma era veramente molto bello vedere gli Scout nelle varie manifestazioni e nella vita della parrocchia. L’unico rimpianto è stato quello di non aver potuto aprire anche la sezione femminile (solo per mancanza di adulti, non di volontà), anche se ho visto che siete riusciti a farlo e questo mi ha fatto veramente molto piacere. Durante questi anni, ricordo che in più occasioni abbiamo proposto ad alcuni alunni, che ritenevamo poter giovare dell’integrazione nel Gruppo, mantenendo quindi un rapporto privilegiato e diretto con i Capi. Mi è anche tornato alla mente un ricordo piacevole di mio figlio Emanuele, di cui conservo ancora l’uniforme anche se dopo alcuni anni uscì dal Gruppo Scout: prima di partire per il campeggio chiese di poter imparare a cucinare alla nonna per non trovarsi impreparato! Una cosa che mi ha stupito e che penso sia importante oggi come allora è la “manualità” che la proposta Scout tiene in gran considerazione e che, su alcuni ragazzi che magari non hanno una naturale propensione allo studio, permette di utilizzare abilità che la scuola non riesce a far emergere.

Sono inoltre molto felice al pensiero che anche i miei nipoti, se lo vorranno, potranno a loro volta partecipare alle attività Scout!

Nacque così la prima Squadriglia: gli storici “scoiattoli”, sette ragazzi di cui ancora alcuni militano nelle nostre fila, con qualche anno in più (e anche qualche acciacco in più) ma con lo stesso spirito di avventura senza il quale è impossibile fare scoutismo. Il primo incontro avvenne nel marzo 1988, ma l’atto di fondazione ufficiale è datato 21 aprile 1988. Partire è difficile, ma chi è pratico di escursionismo sa che anche mantenere il passo, nonostante il cambio di quota, il meteo non sempre favorevole ed i possibili ostacoli naturali, è una sfida che si vince minuto dopo minuto. Il vero punto di forza, sia per condividere i momenti di gioia che per trovare le forze quando incominciano a scarseggiare, è fare affidamento sui nostri fratelli e sorelle. Proprio in quei momenti si diventa parte di un disegno divino e ci si ricorda che senza Lui, il nostro agire sarebbe come quello di uno sciocco venditore che si preoccupa di abbellire il proprio negozio ma che non ha nulla di concreto da vendere. Per questo serve una guida, che non faccia mai mancare il proprio appoggio o che ci aiuti fraternamente per non correre il rischio di “prendere la strada sbagliata”. Il legame con la nostra parrocchia era talmente radicato che già dall’inizio, quando si pensò al nome da dare al Riparto maschile, la scelta ricadde indiscutibilmente nella “Santa Croce”, come la protettrice della nostra comunità parrocchiale. Se Don Giulio fu il pioniere, Don Giuseppe Monaco è stato (ed è tutt’ora) la nostra bussola. La sua voce profonda per molti è stata la voce di Baloo, il grande orso bruno che insegna la Legge della Giungla ai cuccioli del Branco, mentre per altri è colui che dà consigli sinceri o che tenta di ricordare a tutti gli insegnamenti di Gesù, che a volte facciamo finta di non sentire. Ma il messaggio più forte che ci ha sempre trasmesso, lo ha fatto in silenzio tramite la sua presenza costante. Lo abbiamo intervistato per carpire da lui le impressioni che ha avuto appena giunse nella nostra comunità.

Quando arrivasti in questa realtà parrocchiale, chi fu il primo Scout che incontrasti?

La prima volta che venni a contatto con gli Scout fu per il Decennale del Gruppo al “castello” del Parco di Calcinelli: era il 1998 ed incontrai le “vecchie guardie” di oggi cioè Fabio Francesconi (il Big), Marusca Tenaglia (Maru), Mattia Camilloni (Cami) e altri che ora non ricordo. Rimasi da subito molto sorpreso perché Calcinelli fu la prima realtà Scout che vidi, e la gioia con la quale si dedicavano al servizio, le loro iniziative mi fecero un bell’effetto.

Che effetto ti fece (e ti fa tutt’ora) lavorare con gli Scout? Qual è il tuo più bel ricordo?

Ci sono sempre stati dei momenti di attiva collaborazione e altri in cui invece ci confrontava apertamente! Ricordo con grande felicità il campo di Gruppo a Casteldelci, il momento per me più bello, dove si è sperimentata la profonda unione di tutte le branche, anche con grande stupore da parte del Vescovo Armando, che venne a celebrare la Santa Messa, pieno di entusiasmo. Voglio augurare agli Scout di riuscire a camminare costanti per la retta via, e di tenere sempre a mente questa massima: che i grandi servano i più piccoli, ed i piccoli servano i grandi.

1997/1999 Dieci candeline

Francesco Brunori

Nel 1998 il Riparto “Santa Croce”, ancora unica unità di quello che diventerà il Gruppo Calcinelli 1°, raggiunge l’importante traguardo del decennale di scoutismo a Calcinelli. Per festeggiare al meglio i primi 10 anni di vita si pensa di organizzare un grande evento al parco Unicef di Calcinelli: una serata in un caldo sabato di luglio, con Scout, ex Scout e genitori.

L’Alta Squadriglia lavora alacremente per alcuni giorni per preparare un’issabandiera e un’installazione da campo completa. Il sabato vengono portati i tavoli e le sedie per la cena e nel tardo pomeriggio iniziano ad arrivare gli invitati.

Ad accoglierli c’è un complesso che suona, un complesso quasi interamente composto da Scout.

Tra i non Scout, al basso, c’è una ragazza che nessuno avrebbe mai immaginato sarebbe diventata una delle fondatrici della sezione femminile a Calcinelli: Marusca Tenaglia.

La serata prosegue con un abbondante cena e con alcune scenette divertentissime preparate e recitate dai ragazzi del Santa Croce, tra queste la scenetta che è passata alla storia come la scenetta dei cow boy.

A fine serata, sistemato tutto il materiale, uno dei ragazzi che da qualche anno si era un po’ allontanato dallo scoutismo, manifesta il desiderio di passare qualche giorno al campo estivo e respirare ancora una volta il profumo dello scoutismo. Bastano quei pochi giorni al campo estivo a Madonna dell’Acquanera (Monte Catria) che si tenne qualche settimana dopo quella serata, per riaccendere la passione dello scoutismo. Di lì ad un paio d’anni, quel ragazzo, Giacomo Giovanelli, divenne il primo Capo Clan di Calcinelli.

Nell’estate del 1999 il Riparto Santa Croce si sta preparando al campo estivo che inizierà i primi giorni di agosto. Negli ultimi anni ci sono stati pochi nuovi ingressi e il Riparto avrebbe bisogno di giovani Esploratori.

La provvidenza bussa alla porta in maniera del tutto inaspettata e in men che non si dica tra le generazioni ‘88-‘89-‘90 molti giovani ragazzi chiedono di poter partecipare a quel campo estivo. Quei ragazzi sono nuova linfa per il Santa Croce e danno un nuovo spirito al Riparto.

L’11 agosto del 1999 è giorno di eclissi solare ed è il segno dell’inizio di una nuova era: molti di quei ragazzi continueranno la loro esperienza nello scoutismo per molti anni, divenendo lo zoccolo duro del nostro Gruppo.

1999/2000 Im_possibile

Alessandro Cicoli

Erano i primi giorni dell’Agosto del 2000 quando vide la luce quella che può essere definita, a buon diritto, come “la grande opera” del nostro Gruppo Scout: il mitico alzabandiera del campo estivo di Bocca Trabaria.

Molti ricorderanno quell’estate per il Giubileo di Papa Wojtyla, per l’incidente del Concorde e per la batosta rimediata dalla nostra nazionale nella finale dei campionati europei di calcio, ma nei cuori e nelle menti di noi Esploratori di allora vibra ancora forte l’emozione suscitata dalla bellezza e dall’imponenza di quella costruzione, che per tanti anni ha orgogliosamente riempito lo sfondo dei desktop dei nostri PC.

Chi scrive al tempo era poco più di un novizio, e in realtà non ha alcun merito per la realizzazione di quella grande impresa.

L’Alta Squadriglia vedeva tra le proprie fila i ragazzi nati fra il 1984 e il 1985: per la Squadriglia Tigri, Lorenzo Bruscoli e Mattia Camilloni; per la Squadriglia Falchi, Alessandro Massi e Federico Grilli; e per la Squadriglia Orsi, Giovanni Ciacci e Riccardo Rossi. Non appena il Big, allora Capo Riparto del Santa Croce, comunicò ai ragazzi che le storie di Don Chisciotte della Mancia sarebbero state utilizzate per l’ambientazione del campo, l’Alta Squadriglia iniziò a valutare alcuni progetti per la costruzione dell’alzabandiera.

L’idea del mulino a vento venne subito presa in considerazione, ma il passaggio dal fatidico foglio di carta alla realizzazione dell’opera non fu affatto facile.

Si incaricò del progetto Lorenzo Bruscoli (Lollo), aiutato da babbo Marcello: venne utilizzato il cortile di casa come primo “cantiere edile”, nel quale fu costruita la struttura base (sino al primo piano) e il meccanismo dell’elica.

Successivamente il tutto fu smontato per essere trasportato alla colonia CIF, sede del campo estivo: insieme all’Alta Squadriglia, e con l’aiuto di qualche membro della Direzione di Riparto, venne in una prima fase innalzata la struttura portante e realizzato il pavimento sopraelevato (delle dimensioni di 5×4 metri).

Per poter garantire la necessaria stabilità, i quattro pali portanti vennero fissati in terra alla profondità di un metro. A detta dei presenti, le maggiori criticità vennero affrontate durante la realizzazione del secondo piano: dapprima fu costruito a terra per poi essere elevato in cima alla struttura. Nell’operazione vennero coinvolti tutti i presenti: ognuno dei quattro pali era sorretto da due persone, mentre altri quattro ragazzi, con l’ausilio di tiranti in corda, mantenevano in piedi la struttura.

Nel frattempo, il resto del Riparto era arrivato al campo e poté così assistere al fissaggio dei pennoni, al montaggio dell’elica e ai ritocchi decorativi finali.

Fu davvero una grande emozione vedere l’alzabandiera innalzarsi e ammirare il movimento delle pale del mulino.

Nei giorni più ventilati, a causa della grande velocità raggiunta dall’elica, si dovette trovare una soluzione per rallentarne il movimento: venne così versato sul meccanismo un mix di acqua e zucchero, con un grado di concentrazione zuccherina proporzionale alla forza del vento.

Questo alzabandiera non fu solamente un’impresa di pioneristica, ma un vero e proprio protagonista di quel campo estivo.

Ricordo quando venne letteralmente preso d’assalto durante il grande gioco, e ho ancora chiara nella mia memoria la delusione dipinta sui volti dei ragazzi che si vedevano respingere le proprie munizioni dalle pale del mulino.

Ricordo, inoltre, che a turno i Capi e Vice Capi Squadriglia vi passavano la notte, tra veglie alle stelle improvvisate e infinite chiacchierate notturne.

E probabilmente, se all’epoca avessimo saputo in quale ordine issare le bandiere, le pubblicazioni su Tracce sarebbero state ben più di una foto sbiadita in ultima pagina.

Ma forse, più di ogni altra cosa, quell’alzabandiera fu lo strumento che fortificò lo spirito e l’unione di quell’Alta Squadriglia che, di lì a poco, andò a costituire le fondamenta del nostro Clan.

Incontro Nazionale Capo Squadriglia

Bassano Romano, 2-4 settembre 2005.

Il 2-3-4 settembre si è svolto un’incontro di formazione per le future capo sq. a Bassano Romano (VT). Insieme a noi hanno partecipato tutte le “aspiranti capo” d’Italia. Noi Guide, che eravamo circa 330, inizialmente siamo state divise in “sottocampi” cioè in gruppi di lavoro scelti da noi tra: pionieristica, espressione, abilità manuale e natura. Entrambe abbiamo scelto l’attività di pionieristica. Ogni sottocampo si è diviso poi in circa 7 squadriglie, che dopo aver scelto grido, motto e dopo esserci sistemate nelle rispettive tende, abbiamo affrontato un’attività durante la quale abbiamo ricevuto le barrette di capo squadriglia.
La mattina seguente, dopo la Messa e dopo aver mangiato un “delizioso” (i gusti son gusti!!!) KUS KUS abbiamo iniziato la nostra attività di pionieristica, dove ci siamo improvvisate tessitrici. In poche parole abbiamo costruito un mini telaio per fabbricare un tappetino con le canne (quelle di bambù ovviamente !!) e con la paglia. La sera non poteva mancare il fuoco, anche se un po’ più numeroso del solito.
Il giorno seguente, dopo l’ennesima Messa, ci hanno regalato il fischietto della capo squadriglia come ricordo di questo incontro nazionale. Poi, smontate le tende e dopo esserci scambiati fazzolettoni e numeri di telefono, siamo partite lasciandoci alle spalle nuove amicizie e un esperienza bellissima.

Le vostra capo sq. Giù e Gre

Giornata Mondiale della Gioventù

Colonia, 13 – 22 agosto 2005.

MOTTO: “IL CLAN NETTUNO C’E’ ED ESPRIME PASSIONE” PARTENZA: Stazione di Fano ore 14.15 ARRIVO: Stazione di Colonia ore 9.00PARTECIPANTI: Lollo, Giova, Maro, Ale, Rikka, Berlo, Franci, Mattio, Dany, Biagio, Fix.

Ecco il racconto di un’altra avventura del Clan Nettuno.

In un caldo e afoso pomeriggio d’estate, precisamente 13 agosto 2005, 11 baldi giovani si sono dati appuntamento alla, ormai storica, stazione di Fano, pronti per partire alla volta di Colonia in Germania, dopo esserci uniti al clan e Fuoco di Fano, ci siamo imbarcati sul treno che ci avrebbe portato a Bologna per prendere la coincidenza per Milano e quindi Colonia. Nel viaggio di andata ci siamo uniti al resto del contingente scout italiano, un totale di 224 persone tra Rover , Scolte, RS e Capi. Durante la notte, il viaggio in treno è stato tranquillo e abbiamo avuto modo di conoscere Fabio Sammacal, che si ricorderà in particolare di un piccolo scherzetto fatto dal nostro Alessandro Berloni (Berlo). All’arrivo in Germania, c’era ad attenderci un fantastico clima, nella tradizione tedesca, in altre parole nubi e pioggia. Il morale era comunque alto, e subito, ci siamo diretti verso il campo da rugby, dove i ragazzi e le ragazze della squadra di Colonia ci hanno ospitato.

Una volta giunti lì, ci siamo dedicati al montaggio delle tende, tutto ciò sotto a pioggia battente. A mezzo giorno, ci siamo gustati un bel pasto all’italiana e dopo un pomeriggio di relax, i ragazzi e le ragazze della squadra ci hanno cucinato una deliziosa cenetta a base di salsicce, bistecche e wuster; il tutto cotto sulla brace. Dopo la cena è venuto il momento del fuoco di bivacco nazionale, ogni regione ha presentato il suo ban o canzone. E’ stato un fuoco decisamente bello, anche perché aveva smesso di piovere e le nuvole lasciavano spazio ad un bellissimo cielo stellato.

Il giorno seguente, lunedì 15 agosto, divisi per clan e fuochi di provenienza cioè lunedì agosto, ci siamo dedicati ala visita di Dussendolf e Colonia. Davanti alla cattedrale di colonia il Clan Nettuno ha sfoggiato tutto il suo fascino, concedendo interviste delle varie televisioni e giornali, tedeschi, italiani, americani ecc. Dopo tutte queste peripezie, siamo riusciti ad entrare nella straordinaria cattedrale gotica. Ma questa è stata anche la giornata in cui abbiamo iniziato ad usare gli appositi tagliandini attaccati nel mitico “pass” che c’identificava; perso quello, persi noi.

Cibo in scatola e pasta condita con frutta e verdura; questo è stato il delizioso menu del pranzo e della cena, ma in compenso, la colazione era ottima: pane fresco, marmellata, latte e succo di frutta. E’ doveroso specificare che grazie al “pass” potevamo usufruire gratis di tutti i trasporti pubblici. E’ altrettanto giusto dire che i nettuniani avevano con loro un piccolo ricordo dall’Italia, cioè pasta a volontà!!! Una volta tornati al campo, abbiamo concluso questo alternativo ferragosto con una sana dormita, che ci ha accompagnati a martedì 16. Dopo la mattinata libera per fare docce e quant’altro, subito dopo l’ora di pranzo ci siamo diretti allo stadio di Colonia dove veniva celebrata la S. Messa di apertura da parte dell’arcivescovo della città. Finita la solenne cerimonia, vissuta assieme a migliaia di giovani che come noi sono “venuti per adorarlo” (che è poi il motto e lo spirito della GMG) siamo tornati al campo.

Mercoledì 17 agosto sono iniziati i movimenti di catechesi, succeduti da un momento di libertà che ci accompagnava agli eventi comunitari. E’ stata questa la formula delle giornate dal 17 al 18. La catechesi veniva celebrata alla chiesa di Merten. Dopo questa celebrazione e un “fantastico” pranzo a base di scatolette pasta con frutta e peperoni; in questo giorno, abbiamo avuto modo di imparare dei balli molto singolari e folkloristici. Giovedì 18 agosto. L’arrivo del Santo Padre sul Reno. Dopo le lodi mattutine e delle catechesi e la messa, solita formula di tutti i giorni, ci siamo diretti all’assalto alle rive del fiume Reno per accogliere il Papa Benedetto XVII da noi amichevolmente soprannominato “Benny”. Nella parte serale della giornata, abbiamo vissuto la celebrazione comunitaria della penitenza al nostro campo scout.

Venerdì 19 agosto. Questa giornata prevedeva la catechesi itinerante, quindi dopo le lodi e la S. Messa mattutina ci siamo subito recati al centro di Colonia. Abbiamo approfittato di questa occasione per pregare in ginocchio sul sagrato della cattedrale, che contiene le reliquie dei Magi, in segno di adorazione verso Cristo. Una volta tornati al campo abbiamo organizzato la Via Crucis, dove ogni gruppo ha organizzato una stazione, cerimonia vissuta in un profondo raccoglimento… a mio parere emozionante!

Sabato 20 agosto. Tutti in partenza per vivere la veglia comunitaria dei giovani venuti alla GMG. Il milione di ragazzi venuti per adorare Cristo, si è ritrovato in una grande “spianata verde”, creata dall’organizzazione tedesca, apposta per l’evento. In questa occasione abbiamo avuto modo di fraternizzare con altri ragazzi e ragazze italiani e non. Dopo una notte trascorsa all’aperto sotto un magico cielo stellato che ci ha accompagnato alla S. Messa di domenica 21 agosto.

Domenica 21 agosto. Dopo la S. Messa, dopo la benedizione, dopo l’indulgenza plenaria, quindi ormai candidi come un fazzoletto bianco, ci siamo diretti verso la stazione centrale di Colonia. Dopo esserci goduti un’ottima cena a base di “bisteccona” e salse varie, nella migliore tradizione tedesca, alle ore 20:10 siamo saliti sul mitico Eurostar che ci ha condotti all’appuntamento con il treno delle Scolte, e cosi via verso casa.

In conclusione mi sento di scrivere che: IL CLAN NETTUNO C’E’ STATO E HA TRASMESSO PASSIONE A 360 GRADI

C.P.N. Grilli Federico e Fix, Falco Ritmico

Raggiungendo Assisi !!

Perugia – Assisi, 28 luglio – 1 agosto 2005.

Ebbene sì, ci siamo riuscite, anche il fuoco Girasole Calcinelli I° ha vissuto la sua prima route di fuoco (e basta!)

1° GIORNO
PARTENZA: stazione di Fano ore 13.20
ARRIVO: stazione di Fossato di Vico … dopo tante ore

Arrivate a Gubbio ci siamo sistemate con le tende in un convento/albergo rumeno! Dopo aver ricevuto il carnet per questa nuova esperienza intitolato: PASSI DI PACE, ci siamo messe subito all’opera per realizzare l’attività serale che consisteva in una scenetta con le marionette, inerente alla vita di S. Francesco.

2° GIORNO
Dopo aver sistemato bene lo zaino (in particolare Samanta), siamo partite “***di buon ora***” per la NOSTRA ROUTE.
La meta da raggiungere per questo primo giorno di cammino era BISCINA, situata a metà percorso tra GUBBIO (partenza) e ASSISI (arrivo). La meta è stata raggiunta, anche grazie all’acqua donataci dalle persone che incontravamo per strada, DONO per noi PREZIOSO!
Perché prezioso? Provate a camminare per 25 Km sull’asfalto, sotto il sole cuocente (41°C), in salita, poi saprete ridircelo!!
Oltre a camminare, in questa prima giornata abbiamo riflettuto sul tema: “Cercatori d’oro: alla ricerca di chi, perché, con chi” affidato a Samanta.
Infine abbiamo concluso questa giornata, dedicandoci alle stelle… proprio a loro… le stelle che ci tengono compagnia ogni sera, osservandoci dall’alto, nelle nostre avventure.

3° GIORNO
Mentre noi scolte, al mattino seguente, ci siamo svegliate più zoppicanti e doloranti del giorno precedente, la nostra C.F. reagiva molto attivamente al successivo cammino di 25 Km, sprizzava energia da tutti i pori, tutto ciò ci ha incuriosito e alla fine abbiamo dedotto che in realtà… la C.F. durante la notte abusava di sostanze energizzanti e vitalizzanti, insomma LE PILE DURACELL. Ripreso il cammino, ognuno con il proprio passo, dopo appena 8 Km ci siamo trovate magicamente tutte dentro ad un’auto, avete capito proprio bene, purtroppo, il fuoco non’è riuscito a reggere anche il secondo giorno di cammino. Ad eccezione della Capo, noi scolte eravamo stese a terra!!
Grazie all’aiuto di alcune persone, siamo riuscite a raggiungere la nostra destinazione: ASSISI !
Arrivate, siamo state subito accolte da Angela, scrittrice del libro “Le vie di S. Francesco” a cui abbiam fatto riferimento per questa route. Giunti nella sua nuova casa, ci ha ospitato in una stanza che ha voluto dedicare ai pellegrini di passaggio ad Assisi… Beh! Ma quando i pellegrini non ci sono?
E’ ovvio, la stanza viene adibita alla meditazione!
Il tema della giornata era: “Lasciare per trovare, rischiare per conquistare” è stato svolto da Daniela che lo ha realizzato attraverso dei giochi divertenti e interessanti (vedi foto “indovina chi” in arte “identikit”), ma allo stesso tempo efficace e coinvolgente che ci ha permesso di conoscerci ancor meglio.

4° GIORNO
Questa giornata è stata interamente dedicata alla visita delle bellezze monumentali di Assisi.
Grazie alla guida di Angela abbiamo scoperto il significato del “Tau”, approfondito la vita di S. Francesco dedicata alla devozione verso Dio e visitato i luoghi che hanno avuto particolare importanza per S. Francesco. Durante la visita ad uno di questi luoghi (Eremo delle Carceri) la nostra scolta Alice ha affrontato l’ultimo tema della route: “Non ci sono mete troppo alte, ma ali troppo corte”
L’argomento è stato basato sulla nostra Carta di Fuoco che ci ha permesso così, di rivedere i nostri obiettivi.
Dopo questo momento che ci vedeva prese ne i nostri pensieri, non potevano mancare le scenette (divertentissime..) dove abbiamo imitato i comportamenti di ognuna di noi nel momento in cui cerchiamo di raggiungere delle mete cercando di capire quali sono i limiti, i difetti da modificare…

5° GIORNO
Abbiamo terminato questa esperienza, dando anzitutto le nostre opinioni riguardanti la route trascorsa e realizzando in legno un nostro Tau personale, davanti alla magia che ci trasmetteva S. Maria degli Angeli durante l’inizio della cerimonia del “Perdono di Assisi” a cui non abbiam potuto assistere poiché avevamo il treno per il rientro a casa alle 14.30.

PARTENZA: Stazione di Assisi ore 14.30 ARRIVO: Stazione di Fano ore 18.15

Bhe! Questa sì che è stata una:
R aggiante Per il sole che ci ha sempre accompagnato
O ttima Per come sono stati sviluppati e affrontati gli argomenti
U tile Per l’esperienze vissute e acquisite
T erribile Per le vesciche ai piedi
E ntusiasmante Per l’affiatamento durante questi giorni

Alice e Daniela