2013/2014 Chiaramente scout

Paola Cecchini

Chiaramente Scout, non potevamo scegliere nome migliore per un’attività di Fuoco, inizialmente ideata con lo scopo di autofinanziarci la nostra route estiva, ma che si è rivelata una vera e propria riscoperta sia di Fuoco che dell’intero Gruppo.

Già dalla progettazione io e Marusca volevamo mettere alla luce le grandi doti delle componenti del nostro Fuoco, che al lancio dell’iniziativa si sono mostrate un po’ titubanti, ma che poi con il passare delle prove e l’entusiasmo che Marusca ed io riuscivamo a trasmettergli, la loro voglia di fare cresceva sempre più.

Ci fu una grande preparazione dietro, partendo dalla testimonianza effettiva di suore che ci hanno aiutato ad assaporare e calarci nella vita di S. Chiara, alla stesura dei copioni, al capire la suddivisione dei ruoli anche in base alle caratteristiche caratteriali di ogni ragazza.

Tutto fu fatto insieme in grande armonia. Un altro aspetto tanto importante quanto spettacolare fu la collaborazione di genitori e conoscenti del nostro Gruppo che ci hanno aiutato nella realizzazione dello spettacolo, aiuto come scenografie, acconciature e abiti.

Penso che questa attività non fu solo una semplice iniziativa di autofinanziamento, ma una vera e propria scintilla che è stata in grado di ravvivare il nostro Gruppo, si proprio così, ogni componente si è reso utile, facendo emergere le proprie doti, ed è stato bellissimo vedere tutte queste forze mettersi insieme per poi aprire un sipario così importante per noi.

È stata per tute noi una strada impegnativa, a volte in salita con ostacoli, ma come le strade impegnative fatte con compagne di strada giuste ti portano a delle meravigliose vette, ti fanno capire che ne è veramente valsa la pena percorrere, e soprattutto sono fiera e orgogliosa di aver intrapreso e proposto un cammino così consapevole delle forze che avevamo a disposizione.

Il giorno della prima decidemmo di stare insieme sin dal mattino per vivere ogni momento che precedeva la nostra prima.

Tutto era pronto, noi eravamo pronte e…

Che lo spettacolo abbia inizio!

Fu nel vero senso della parola uno spettacolo.

Tanti applausi, tanto stupore, tanta emozione ma tutto questo grazie ad un grande Fuoco alimentato da un forte vento, Chiaramente Scout!

2013/2014 Eurojam 2014: venite e vedrete!

Alessandro Cicoli con i contributi di Marusca Tenaglia ed Emanuele Barone

Condensare l’avventura vissuta all’Eurojam dai nostri ragazzi in poche pagine è davvero impresa ardua: quei dieci giorni di campo sono stati solamente la punta dell’iceberg di anni di preparazione, progressione personale e crescita di squadriglia.

La sfida, infatti, venne lanciata nel lontano Novembre 2012 con la missione “Azimuth Europa”: una sorta di strumento di autovalutazione strutturato in missioni e imprese di squadriglia da svolgersi durante l’intero anno associativo. A seguito della felice conclusione di questa lunga missione, i capi riparto, nelle persone di Samanta Lucchetti (“Il Quadrifoglio”), Giacomo Marinelli (“Santa Croce”), e Alessandro Cicoli (“Don Giulio”) comunicarono ai commissari nazionali la volontà di partecipare al grande evento. Si avviò così un tortuoso iter burocratico, che portò anche ad un’importante variazione logistica: inizialmente, infatti, l’Eurojam avrebbe dovuto tenersi a Metz (nella parte nord-orientale della Francia), ma in seguito alla scoperta di alcuni ordigni bellici nella zona deputata per lo svolgimento del campo (roba da far impallidire la bomba di Fano), fu necessario trovare tempestivamente un altro posto. La scelta ricadde su Saint-Evroult-Notre-Dame-du-Bois, nel cuore della Normandia (un nome complicatissimo, ma che ci è entrato ben presto in testa).

Nei primi giorni del maggio 2014 fummo chiamati, come capi riparto, a partecipare allo “Unit Leader Camp”, una sorta di pre-campo organizzato sul posto: ciò ci ha permesso di prendere coscienza del clima ostile e dell’incredibile lunghezza del viaggio, timori che si sono rivelati assolutamente fondati (in special modo per il Riparto “Santa Croce”). Arrivammo così al fatidico giorno della partenza. Data: 31 Luglio 2014. Luogo: stazione FS di Pesaro. Treno: “Frecciabianca” 9830 Lecce-Milano. Il sottoscritto, individuato quale responsabile di distretto per il piano di carico, iniziò a preoccuparsi non appena si rese conto del ritardo di alcuni ragazzi, rimasti intrappolati nel traffico della città che si stava preparando al Palio dei Bracieri. Per fortuna tutto andò per il meglio: fu un’impresa far restare tutti in ordine sulla banchina, e anche ridistribuire i ragazzi all’interno delle carrozze non appena il Capo Treno ci comunicò che una di quelle da noi prenotate era stata chiusa.

Arrivati a Milano, non facemmo in tempo a scendere dal treno che immediatamente venimmo caricati sul pullman diretto in Francia: attraversammo le montagne e i laghi della Svizzera, le infinite distese della pianura francese e al termine di un viaggio durato la bellezza di diciotto ore arrivammo a Saint-Evroult. Ogni riparto si diresse al bivacco assegnato e ricordo che, una volta arrivati in loco, si presentarono ben presto due problemi: i pali destinati alle costruzioni erano simili a delle potature di sequoie e la zona a noi assegnata era davvero misera per le nostre sette tende. Ma grazie alla pazienza e all’arguzia degli esploratori, in poco tempo il campo venne montato. Nel frattempo, Giacomo (rimasto in Italia per lavoro) ci stava raggiungendo in aereo e, in tarda notte, arrivò finalmente alla tenda di staff (non senza farsi un paio d’ore di “giro turistico” dei bivacchi, dato che la zona era irraggiungibile telefonicamente).

Va detto che esploratori e guide non furono le uniche figure coinvolte nel nostro gruppo: oltre ai capi unità, i rover, le scolte e gli RS in servizio, il Calcinelli I apportò anche i preziosi contributi dei Capi Bivacco Marusca Tenaglia (bivacco 5) e Francesco Brunori (bivacco 14).

Cara Marusca, che ricordo hai dei primi momenti all’Eurojam?
Sono davvero tanti i ricordi, dall’arrivo in aereo, nel cuore della notte, al ritrovarsi catapultata con tutte le capo della Pattuglia Nazionale Guide dentro un tendone. Dal giorno seguente ho iniziato a dedicarmi al mio bivacco, innanzitutto prendendo confidenza con l’area che ci era stata assegnata. Da lì, sono iniziati dodici giorni nei quali mi sono messa gioiosamente al servizio di quelle capo riparto e guide che mi erano state affidate, dimenticandomi di tutto il resto.

Ebbe così inizio il quarto Eurojam della storia della FSE, con una bella ed intensa cerimonia d’apertura presieduta dal Commissario Federale Martin Hafner e incentrata sul motto del campo “Venite et Videte”. Questa frase, tratta dal Vangelo di Giovanni, ispirò tutte le attività organizzate per le squadriglie:
“Venite et laborate!” – workshop tecnico con una squadriglia gemellata;
“Venite et gaudete!” – cena festosa e fuoco di campo con altre due squadriglie gemellate;
“Venite et adiungite!” – attività opzionale di gemellaggio di Riparto;
“Venite et vincite!” – grande gioco con altre dieci squadriglie;
“Venite et reconciliate!” – pellegrinaggio al Santuario di Lisieux;
“Venite et cognoscite!” – giornata di scambio;
“Venite et ludite!” – giornata organizzata liberamente dai riparti.

Caro Emanuele, quali sono le attività che ricordi con più piacere dell’Eurojam?

Una di queste è sicuramente il “Venite et laborate!”. La preparazione è stata davvero lunga e intensa: sapevamo di dover condividere l’attività con una squadriglia francese e abbiamo pensato di realizzare una torretta di segnalazione. Approntammo la nostra impresa di squadriglia nei dettagli, mettendola in pratica nei giorni del campetto che organizzammo nella casa in campagna di mia nonna. Purtroppo a Saint-Evroult non potevamo disporre dei nostri bei pali su misura e ci rendemmo presto conto che realizzare la medesima costruzione con delle sezioni di tronco d’albero intrise d’acqua era davvero impossibile! Così, la nostra squadriglia gemellata francese ci accompagnò nel bosco e ci insegnò a costruire delle frecce polinesiane, fatte con rami affilati e dotate di un meccanismo a corda che le conferisce una lunga gittata. Ricordo anche che in quell’occasione fui intervistato da un loro squadrigliere che stava prendendo la specialità di giornalista: fu molto facile farmi capire, visto che parlava un perfetto italiano!
Un’altra attività che ricordo con grande gioia è il “Venite et gaudete!”, durante la quale insegnammo ad una squadriglia tedesca la ricetta della pasta all’amatriciana, preparata dal nostro cuciniere Gianmarco Mandolini: inutile dirti che i nostri amici la apprezzarono moltissimo! Molto bello fu anche il dopo cena, allietato da canti e bans.

Per noi capi riparto la tensione, invece, fu sempre molto elevata, per la paura che qualcosa potesse andare storto: devo dire che tutto fu reso più facile dai nostri compagni di staff e dalle alte squadriglie. Voglio inoltre ringraziare di cuore, anche in questa occasione, i ragazzi dell’annata ’97 che per ragioni anagrafiche non hanno potuto accompagnarci all’Eurojam: senza la preparazione e il sacrificio da loro messi in campo, la Normandia sarebbe stata solamente un lontano miraggio. Un pensiero speciale inoltre lo riserviamo al nostro caro Marco De Luca, la stella più luminosa del cielo che ci ha accompagnato e sostenuto in questa avventura.

In conclusione, ecco cosa ricorderò per sempre di questa incredibile esperienza che ho avuto il privilegio di vivere anche da Capo Riparto:
umidità ovunque (nei vestiti, nelle tende, nelle “baguette” che mangiavamo);
i menù giornalieri in cui non potevano mancare il “camembert” e le “lingue di gatto”;
la poggia incessante che non ci ha concesso nemmeno un giorno di tregua;
le docce fatte con le taniche;
la paura per le zecche;
i tramonti alle undici di sera;
i tempi biblici necessari a far bollire l’acqua per la pasta (causa pioggia e vento);
il sapore del chinotto bevuto alla stazione di Milano al ritorno;
la passione dei capi;
la gioia dei ragazzi;
il dolce abbraccio dei nostri genitori appena scesi dal treno.

2014/2015 L’arcobaleno splende sopra il bosco d’italia

Ilaria Sperandio

Era da mesi che le bambine del Cerchio Lanterna Splendente di Calcinelli aspettavano quel giorno. Finalmente il 21 marzo 2015 era arrivato e le 11 Coccinelle del Consiglio di Arcobaleno erano pronte a volare fino a Viterbo per incontrare molte altre piccole Scout del Bosco italiano.

Migliaia di giovani sul sentiero che le avrebbe portate ad approfondire la figura spirituale di Santa Rosa, protettrice di Viterbo, che durante il Medioevo sconfisse una grave malattia personale e donò la sua vita all’aiuto dei più deboli e alla Chiesa. Un esempio ancora oggi per le ragazze e per le giovani donne, capace di invitare a riflettere sul mistero della fede in una piena e coinvolgente donazione d’amore.

Le bambine accompagnate dalla Capo Cerchio Ilaria e dalla scolta Federica hanno seguito attentamente la storia del pane trasformato in fresche rose. La fanciulla, infatti, di famiglia assai povera, ne aveva nascoste due pagnotte sotto al grembiule sdrucito per donarlo ai più poveri. Quando il padre se ne accorse la fermò preoccupato chiedendole cosa portasse di nascosto con sé. La piccola rispose che aveva solo dei fiori ed ecco che quando aprì il grembiule ne uscirono di freschissimi.

Una storia semplice e bellissima che le Coccinelle scoprirono passo dopo passo assieme ad altre bambine provenienti da ogni parte d’Italia: dalla Sicilia al Friuli, dalla Liguria alla Puglia, dalle Marche alla Sardegna. Una passeggiata in un bosco più vasto del solito, gioioso ed entusiasmante, dove le foglioline delle piante sono solite vibrare divertite sotto la brezza primaverile: quel vento capace di spargere l’odore di rose nell’aria e di far vibrare all’unisono le ali di tutte le Coccinelle d’Italia.

2015/2016 Challenge 2016: il ritorno della forcola

Axel Valeri, interviste: Giacomo Giovanelli e Alessandro Berloni

Il Challenge è un’ambiziosa sfida alla quale partecipano tutti i Clan del distretto divisi in piccole pattuglie che, orientandosi lungo i sentieri con la sola cartina topografica sono messe alla prova in abilità tecniche e fisiche.

Il tempo, quindi la velocità con la quale si percorrono tutti i sentieri, e lo stile, quindi l’uniforme perfetta, l’atteggiamento durante le prove, il comportamento nei momenti di gruppo, il rispetto degli avversari, sono gli altri parametri di giudizio fondamentali, tutti elementi valutati singolarmente che alla fine delle due giornate portano alla vittoria.

In esso si sperimentano le proprie capacità e i propri limiti, si imparano ad affrontare difficoltà impreviste, ad essere pronti, a non scoraggiarsi.

La prima apparizione del “Clan Nettuno” in questa rinomata competizione è nel 2001, a Cupramontana, un Challenge tutto in bicicletta dove il fango dovuto all’incessante pioggia ha portato le 3 pattuglie partecipanti a doversi ritirare.

Dopo aver preso le misure, l’anno successivo lungo i sentieri del Furlo, la pattuglia formata da Lorenzo Bruscoli, Federico Grilli e Mattia Camilloni portano alla vittoria il Clan Nettuno, ottenendo così la valorosa “Forcola”, simbolo dei Rover che rappresenta la capacità di fare “scelte importanti” per la propria vita quando ci si trova di fronte ad un “bivio”, Forcola sulla quale ogni anno la pattuglia vincitrice ci annoda un lembo di pelle con incisi i propri nomi.

Appena dopo due anni dalla vittoria, il 7-8 maggio 2005 ad Urbania, la pattuglia “Taxi” composta da Alessandro Berloni (Berlo), Massimo Mattioli (Mattio) e Luca Giambartolomei (Giamba), conduce il Nettuno ancora una volta alla conquista del Challenge.

Ogni elemento della pattuglia aveva una propria qualità, che unita a quella dei compagni ha formato un gruppo completo: Giamba caratterizzato da una forte abilità tecnica; Mattio contraddistinto per la sua pazienza ha fatto la differenza nella prova che prevedeva la realizzazione di complicati origami prevalendo sugli avversari; Berlo, specialista nella topografia, si è preso carico dell’orientamento seguendo con cura la cartina topografica, trovandone i punti determinati dalle coordinate con efficienza non facendo perdere tempo prezioso alla propria pattuglia; inoltre, forte della sua esperienza nella competizione, si è occupato anche dell’organizzazione di tutto il materiale necessario per le due giornate.

Il loro Capo Clan, Giacomo Giovaneli, li ha definiti come un vero gruppo di amici, non solo nell’ambito Scout, ma amici che erano insieme al di là delle attività scoutistiche, ed è questo fondamentale aspetto che ha fatto la differenza, facendoli raggiungere una coesione e un affiatamento tali che uniti alla preparazione, li hanno portati avanti a tutti.

Con il passare del tempo i ragazzi portano a termine la loro formazione ed il loro percorsi Scout, Berlo dopo ben undici anni da quella vittoria, nel 2016 divenne Capo Clan, anno nel quale il Challenge viene proposto con una forma particolare, oltre alle numerose prove disseminate lungo il percorso è caratterizzato per la modalità triathlon, gara composta da una prima parte a piedi sui sentieri del Furlo, un lungo tragitto in bicicletta fino a Fano, e infine, una prova in kayak sul nostro mare Adriatico.

La competizione ha preso luogo nella parte inferiore del monte Pietralata con obiettivo la vetta, tratto della gara camminato, o a discrezione della pattuglia intrapreso di corsa, dove oltre alla prova di cucito e un paio di controlli stile il principale confronto è stato arrivare al campo base realizzando il minor tempo rispetto alle altre pattuglie, luogo nel quale sono stati costruiti i rifugi con dei teli impermeabili, destinati a passarci la notte e anche poi per esser poi valutati in integrità e confort.

Il giorno successivo carichi di tutto il materiale sulle spalle la sfida è passata sulle due ruote partendo in bicicletta direzione Fano, dove le uniche soste sono state per sottoporsi alla prova fisica, ad un rilevamento tracce ed al questionario sulla metodologia Scout.

Ormai giunti verso la fine del confronto, le ultime battaglie sono avvenute in mare alla guida dei kajak, per poi concludersi con la gara di cucina a base di polenta e crema.

Dopo tutto quel periodo di assenza nel gradino più alto del podio, dopo tutta quella distanza dalla Forcola, il Clan Nettuno torna a trionfare con la pattuglia costituita da Axel Valeri e Lorenzo Centoscudi, arrivando a punteggio pieno nello stile e nella velocità di percorso, totalizzando anche il risultato più alto tra le pattuglie nelle prove tecniche, vittoria figlia di una minuziosa preparazione ed una forte ambizione, principi imprescindibili per arrivare ad un grande risultato.

Negli anni precedenti intanto fu istituito un ulteriore premio, non solo la consueta assegnazione della Forcola alla pattuglia vincitrice, ma anche la consegna di una bandiera europea, riconoscimento dato al miglior Clan del Challenge, dove viene presa in considerazione la media punteggio di tutte le sue rispettive pattuglie.

Solo grazie all’impegno di tutto il Nettuno, guidati da Berlo ed i sui fidi aiuti Nicola Rivelli e Lorenzo Bruscoli, il Gruppo di Calcinelli è riuscito ad imporsi sul distretto.

1° “727”: AXEL VALERI e LORENZO CENTOSCUDI;

3° “Divino Jonhatan 2”: LUCA PEDINI, EMANUELE BARONE e LORENZO COSTANTINI (Clan di Forlì);

6° “Eiffel 65”: ALBERTO PANNACCIO, GEREMIA MATTIOLI e FILIPPO GRESTA;

8° “Splash Brother”: ANDREA PEDINI e CHRISTOPHE MENDY.

2016/2017 Mille volti una storia

Chiara Ciacci

Quella data andava trovata, sembrava impossibile, ma ce l’avevamo fatta.

Fu così che riuscimmo nuovamente a partire tutti insieme per un grande campo.

Era il 6 gennaio del 2017 quando il Clan Nettuno, il Fuoco Girasole e tutta la Direzione di Gruppo partirono per il primo campo insieme.
Naturalmente non fu la prima occasione in cui le diverse unità si incontravano, prima di questa ci sono state altre esperienze, come il campo invernale di Clan e Fuoco tenutosi a Parchiule tra il 27 e il 30 dicembre del lontano 2005 e l’uscita del 1° marzo 2015 dove le due unità hanno trascorso una giornata insieme alle Cesane di Fossombrone.

Un assaggio di quello che sarebbe stato questo campo lo abbiamo ricevuto durante l’uscita a Madonna dell’Acquanera nel marzo del 2016, dove per la prima volta si sono confrontati la Direzione di Gruppo, il Fuoco e il Clan.

Ma niente è paragonabile al grande evento del campo.

Quella mattina il sole quasi timido rifrangeva i suoi raggi sull’acqua del fiume, il clima era un po’ rigido, tanto che durante la giornata abbiamo assistito alla prima neve dell’anno.

Il punto di partenza era la piccola terrazza posta a bordo della strada principale di Fossombrone a pochi metri dal Ponte che attraversa il Metauro.

Da lì si apre il sentiero per “campo d’Asino” dove si trova la casa che ci avrebbe ospitati.

Compiuti i prima passi lungo il sentiero, è lì che tutto accade, inizi piano piano a lasciarti la realtà alle spalle e senza accorgertene il tuo spirito cambia e la tua anima inizia a riempirsi di qualcosa di nuovo, di speciale.

Lungo il cammino si sono formate le equipe che come ad ogni campo si sarebbero sfidate in quelle che sono le tipiche attività Scout, in fin dei conti ci vuole sempre un po’ di sana competizione.

Arrivati alla casa, come dopo ogni camminata, la fame si è fatta sentire così riuniti intorno al tavolo abbiamo consumato il pranzo perché sappiamo tutti che a stomaco pieno si ragiona meglio. In questo caso si crea meglio, sì, perché la prima attività del pomeriggio è stata realizzare delle maschere, ma non le tipiche mascherine fatte in carta: ci siamo infatti specializzati nella creazione di oggetti in gesso, e con un po’ di fatica e dolore siamo riusciti a ricavare dei volti, cinque cavie hanno offerto il loro viso come stampo per il gesso, e in cambio hanno ricevuto una ceretta gratis per sopracciglia e baffetti.

Il resto del pomeriggio le varie unità ovvero, il Clan, il Fuoco e la Direzione si sono riunite, ognuna nelle proprie stanze per sviluppare, tramite le varie tecniche espressive, la rappresentazione dei personaggi assegnati loro durante le riunioni che hanno preceduto il campo per la realizzazione di uno spettacolo che si è tenuto la sera, durante il fuoco serale, nel quale i vari gruppi si sono esibiti con opere di grande successo.

Nella giornata seguente, come ad ogni campo che si rispetti, siamo partiti per una nuova camminata, divisi in unità, lungo sentieri diversi, camminavamo tutti verso la stessa direzione, ovvero la baita delle Cesane.

Lungo il cammino è stata la figura di Ester che ci ha accompagnati e ci ha fatto riflettere sulle nostre scelte.

Come spesso accade ai nostri campi mobili è la strada che ci accompagna durante le nostre riflessioni, ed è lei ci fa sempre scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa che ci arricchisce.

Durante il pomeriggio dopo essere rientrati dalla camminata ed esserci rifocillati con un buon pranzetto è venuto a farci visita il nostro caro Don, dopo qualche canto e risata, ci siamo ricomposti per una bella chiacchierata tutti insieme, a seguire il nuovo conduttore Rai, Davide Falcioni ha condotto un gioco nel quale abbiamo condiviso le nostre riflessioni su Ester e le scelte di cui si parlava la mattina.

La giornata si è conclusa con la visione di alcuni video su storie di persone che hanno fatto delle scelte importanti, seguiti da un lauto banchetto e la visita di ospiti speciali.

La mattinata seguente la sfida si è fatta sentire un po’ di più, in un primo momento le varie equipe si sono riunite per dare finalmente un’identità a quei volti che durante le giornate precedenti erano rimasti lì fermi in corridoio ad asciugarsi e compattarsi, sapete il gesso non si asciuga molto velocemente, soprattutto d’inverno.

Dopo la presentazione di queste identità e il racconto delle loro storie, è arrivato il momento più atteso del campo, la grande sfida, quella che ormai è una tradizione ed ogni volta assapori nell’aria competizione e in teoria dovresti sentire anche qualche profumino che ti porta l’acquolina in bocca, in questo caso eravamo tutti inebriati dalla cannella di Berlo.

Sì stiamo parlando proprio di lei, LA GARA DI CUCINA, una vera e propria sfida all’ultimo fornello, i cuori palpitavano e le mani si muovevano più velocemente possibile per realizzare il piatto perfetto, ore 13:30 fischio finale, uniformi perfette, piatti pronti, si presenta il tutto ai giudici.

Durante il ritiro della giuria per le valutazioni i vari concorrenti si sono messi all’opera per ripulire tutto e svuotare la casa prima della partenza.

Prima di salire in macchina e tornare alle proprie case la sfida non poteva che concludersi con una vera e propria lotta a palle di neve, a seguire ci siamo riuniti per i saluti finali, la benedizione del Don Peppe e la consegna dei vari certificati di campi scuola, perché la formazione viene prima di tutto.

A questo punto vi chiederete cosa centra il titolo con questo articolo…

“mille volti una storia” è la frase che ci ha accompagnato lungo tutto il campo.

Una storia quella del campo, che racchiude dentro di sé la vita e la scoperta di tanti volti, quelli che erano presenti, che magari vediamo spesso intorno a noi, ad attività, a messa ma che di fatto non conoscevamo fino in fondo prima di questo campo, quelli che abbiamo conosciuto nelle storie di personaggi biblici, e volti che abbiamo creato noi, ai quali noi abbiamo dato una loro identità.

Si parla di volti, di storie, e pensando a queste parole mi viene in mente tutto il nostro Gruppo, formato da tante persone, dal più piccolo al più grande.

Una Capo un giorno mi ha detto “se il Fuoco e il Clan non funzionano, non funziona tutto il Gruppo”, e di fatto è così perché in queste due unità si formano i capi di ora e i capi del futuro e se questi non funzionano i nostri ragazzi e ragazze più piccoli come faranno a fare attività? Come faranno a crescere con degli esempi se questi non ci sono?

Questo campo mi ha dimostrato che ci sono persone che ci tengono, che formano prima se stesse per poi riportare il proprio sapere ai più piccoli, e questa è proprio una testimonianza, i nostri capi più grandi, il Capo Gruppo e l’aiuto Capo Gruppo si sono adoperati per noi, per rafforzare i rapporti tra i capi più giovani, gli aiuti delle varie unita, per creare una comunità forte in continua formazione.

  • 2016 Fuoco "Girasole" Clan "Nettuno" Direzione di Gruppo campo invernale alle Cesane

2017/2018 Buona Caccia Ricca

Fabio Francesconi

“Buona caccia!”, disse Phao, come se Akela fosse ancora vivo, e poi, girando la testa sopra la spalla lacerata dai morsi, gridò verso gli altri: “Ululate, cani! Un lupo è morto questa notte!”.

Alcuni di voi non comprenderanno il senso di questa frase ma ogni lupetto sa che nel “libro della giungla” è con queste parole che si dà l’ultimo saluto ad “AKELA” nell’ora della sua morte.

Oggi vorrei usare le stesse parole per salutare te caro Ricca, perché, se nel fantastico mondo della giungla tu rappresentavi per tutti IKKI, in fondo sei sempre stato il nostro vero AKELA, la nostra guida, il nostro Capo. Colui che ha portato tanti cuccioli a divenire uomini e donne della partenza.

Forse non te ne sei nemmeno reso conto quando, trent’anni fa, hai fatto la cosa che meglio sapevi fare nella tua vita, rispondere con umiltà e gratuità: “SI, ECCOMI! Sono pronto a Servire”.

Quella scintilla di generosità ha acceso un fuoco vivo e splendente che per anni ha illuminato il cammino di tanti giovani e scaldato i cuori della nostra comunità. Lo farà ancora e per tanti anni.

Se Dio vuole … sarà per sempre!

B.P. nel suo ultimo messaggio agli Esploratori scriveva:

“…il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del nostro meglio. “Siate preparati” così, a vivere felici e a morire felici. “

Caro Ricca, tu ci hai procurato tanta felicità ma oggi tu ci lasci e ci lasci migliori di come lo eravamo quando il Signore ci ha affidato a te. Non riesco a fare a meno di pensare che anche il nostro paese, la nostra Calcinelli che tanto hai amato, sia migliore di quanto lo sarebbe stata se tu non ci fossi stato. Hai insegnato a centinaia di giovani la lealtà, il rispetto, l’onore e la fiducia. Ci hai testimoniato la gratuità del servire il prossimo, ci hai fatto capire che l’obbedienza non è sottomissione ma dono e ci hai mostrato come davvero – e dico davvero – si può sorridere e cantare anche nei momenti difficili della vita.

Con te, Ricca, si rideva, si cantava. Ogni cosa che facevi era motivo di divertimento e quel che è più buffo è che l’unico modo che abbiamo imparato per farti capire quanto ti volevamo bene era prenderti in giro. “Vojatre me cojonat” ci dicevi sempre sorridendo, senza mai arrabbiarti e pensavo, speravo che avremmo potuto continuare ancora, per tanto tempo e invece oggi “si tu che ce cojoni”. Proprio quest’anno in cui dovevamo festeggiare insieme il trentesimo compleanno del nostro Gruppo, quel Gruppo che tu hai fondato, te ne vai così, senza nemmeno darci il tempo di realizzare, lasciandoci increduli e senza parole. Te ne vai con la solita umiltà, come il festeggiato che rinuncia al suo pezzo di torta e lascia il gusto di spegnere le candeline ai più piccoli. Ancora una volta ci hai mostrato come si risponde alla chiamata del Signore senza indugiare, nel pieno stile dell’ESTOTE PARATI.

Tu eri pronto Ricca ma noi no, non lo eravamo. La tristezza, la rabbia, la disperazione e la malinconia si fanno avanti con forza in queste ore ma tu hai gettato in ognuno di noi il seme della fede. Una fede che è germogliata e che oggi non ci impedisce certo di piangere ma pur con gli occhi gonfi di lacrime, ci strappa un timido sorriso di gioia e di speranza. Come un arcobaleno che colora il cielo dopo una giornata di pioggia e ci fa capire che la nostra vita va avanti, illuminata dal tuo ricordo e dai tuoi insegnamenti.  Non una fede che spinge a chiedersi “Perché? Perché proprio te? Perché ora e in questo modo?” ma una Fede che ci fa ringraziare il Signore per averci donato la tua presenza nelle nostre vite.

La nostra fede, la fede di uno Scout, è un Cerchio con un puntino nel centro che dice “TORNATO ALLA CASA DEL PADRE”. Perché noi tutti abbiamo la certezza che tu ora sei lì, alla casa del Padre Nostro, al sicuro e continuerai a darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per crescere e superare le difficoltà della nostra vita terrena. Li avrai ritrovato i tuoi familiari, i tuoi amici e quanti ti hanno preceduto e un giorno, sempre lì ci riuniremo tutti.

Forse ognuno di noi ha il diritto di conservare nel proprio cuore e nella propria intimità il Ricca che ha avuto l’onore e il privilegio di conoscere ma io ricordo i tuoi involti con la mortadella, quelli “speciali”, ricordo la tua ritmo blu parcheggiata sotto il comune quando uscivo da scuola, ricordo il tuo riportino, ricordo le tue fagiolate. Ricordo i canti che intonavi alla messa delle 9 in piedi davanti all’organo della chiesa, la tua risata “asmatica”, le ferite cicatrizzate con la cenere.  Ricordo i tuoi “e daiiii”, le tue “faccende fatte”. Ricordo la montanara che ci cantavi al fuoco prima di andare a dormire e il caffè con cui ci svegliavi la mattina ai campi.

Ricordo e ricorderò per sempre un uomo, un fratello maggiore, un amico vero che con la sua grande umanità, con la sua umiltà, con la sua forza e le sue fragilità, con la sua infinita bontà ci ha dato l’opportunità di essere uomini e donne migliori.

Per questo e per tutto quanto vissuto insieme ti sarò sempre grato caro Ricca.

Sali in cielo e fai divertire tutti con la “danza della polenta” come solo tu sapevi fare.

Buona Caccia, Buona strada

“Ululate, cani! Un lupo è morto questa notte!”.

LA CARTA DI FUOCO

Noi Scolte del Fuoco Girasole con questa Carta di Fuoco tracciamo la via che ci porta a condividere ideali e principi scoperti tramite lo Scautismo e vissuti nella nostra quotidianità.
Noi Scolte crediamo che la Strada sia parte fondamentale della nostra formazione. La Strada è sempre pronta ad accogliere il nostro passo ma sta a noi scegliere se partire.
Essa si presenta a noi sotto diversi aspetti: può essere in pianura, in discesa ma spesso è in salita ed è proprio questa che ci fa sognare la vetta e ci dà la forza e il coraggio di raggiungere mete sempre più alte. Durante il cammino gli ostacoli e la fatica ci mettono alla prova ed è da questi che ricaviamo gli insegnamenti che ci aiutano a formare la nostra personalità e divenire Donne di Carattere.
La Strada ci fa capire che nella vita non possiamo smettere di camminare: dobbiamo continuare a muoverci per arricchire il nostro percorso di crescita.
Lungo la Strada è la Comunità che condivide la stessa fatica, la stessa fame e la stessa sete ed è all’interno di essa che ci riveliamo per quelle che siamo.
La nostra Comunità è basata su un dialogo aperto e trasparente, un ascolto attento e reciproco. Ci impegniamo a concentrare le nostre attenzioni su tutta la Comunità.
Nonostante si possano presentare determinate affinità, è fondamentale coltivare il proprio rapporto con tutte: infatti ogni membro della Comunità deve avere l’opportunità di osservare e fare tesoro della personalità di ogni Scolta.
Il modo migliore di viverla è quello di mettere a disposizione di tutte i propri punti di forza, dando spazio alle altre al fine di alimentare una crescita continua, e di costruire dei legami veri.
La nostra Comunità accetta anche i punti deboli e le differenze tra ogni Scolta; siamo sempre pronte ad aiutare e accogliere.
In ogni momento è importante mantenere un clima di partecipazione attiva, coinvolgendo e stimolando la Comunità, che con gioia potrà essere laboriosa anche nelle difficoltà.
Noi Scolte abbattiamo le nostre barriere personali grazie al Servizio, per far emergere aspetti di noi nuovi che ci rendono migliori. Allo stesso tempo, se fatto con autenticità, il Servizio ci aiuta a riconoscere i nostri limiti portandoci a mantenere un impegno continuo verso il Bene e l’apertura all’altro.
Il Servizio è pertanto un modo di essere, non confinabile in un tempo e in un luogo.
La passione educativa nutre la relazione con il prossimo che ci viene posto accanto, rivolgendoci a lui con uno sguardo d’amore, lo stesso sguardo che Dio pone per primo su di noi quando ci chiama a servire.
È con la libertà del cuore che accettiamo questo progetto su di noi.
Noi Scolte ci impegniamo a cogliere e ricercare le occasioni di formazione per un Servizio sempre più vivo e dinamico.
La bellezza del Servizio è scoprire che per quanto ci doniamo, ciò che riceviamo è sempre più grande.
Alpe Della Luna, 19 luglio 2016

LA CARTA DI CLAN

Il CLAN NETTUNO intende articolare la propria vita seguendo determinati punti cardini che vengono mossi facendo proprie le basi che emergono dallo scoutismo e scaturiscono dalla Legge Scout, dalla Promessa e dal motto “Servire”, che stabiliscono le linee guida di condotta dei Rover di fronte ai problemi essenziali dell’uomo ed a quelli particolari legati alla natura del Clan e del Movimento Scout: 

-Religiosità
– Impegno verso sé stessi
-Vita di comunità
-Vita all’aperto
-Servizio
-Partenza

RELIGIOSITA’
Il Rover si impegna alla partecipazione a momenti di spiritualità comunitaria nel rispetto della propria ed altrui religiosità. Il Rover, avendo delle responsabilità, è cosciente che il valore del suo servizio non dipende tanto dal risultato ottenuto ma dall’impegno e dallo spirito con cui lo ha intrapreso, poiché lo scopo principale è quello di avvicinare l’uomo a Dio.

IMPEGNO VERSO SE’ STESSI
– Formazione Culturale
Il Rover è consapevole della primaria importanza che ricopre la cultura come elemento di arricchimento intellettuale personale. Cerca di prepararsi al meglio alla vita professionale e sociale documentandosi anche in campi non strettamente legati al proprio servizio, così da acquisire una capacità di giudizio personale.
– Formazione Fisica

Il Rover ritiene importante la propria forma fisica che contribuisce ad avere un buon rapporto con la propria personalità.
– Scelta di vita
Il Rover nella scelta della propria vita futura cerca di realizzare pienamente i suoi talenti, valutando i numerosi segni che gli sono proposti nell’esperienza quotidiana. Conosce il significato “dell’assumersi le proprie responsabilità” e sa che questo comporta un impegno verso se stessi e gli altri.

VITA DI COMUNITA’
– Impegni verso la Comunità

Il vivere in una comunità scout deve corrispondere ad un momento gioioso e utile alla propria educazione e corrispondere ad un momento per costruire ed accrescere la propria formazione personale. La presenza o meno alle riunioni è una scelta individuale fatta da persone consapevoli del beneficio che possono dare o ricevere dagli altri fratelli della comunità.
– Famiglia

Il Rover riconosce la famiglia come il suo modello di sicurezza e di affetto, pertanto tende ad instaurare un rapporto basato sui valori fondamentali della vita che essa racchiude.
– Lavoro

Il Rover si applica nello studio, come nel lavoro, al fine di ottenere una gratificante qualifica lavorativa, considerando non solo l’aspetto economico.

VITA ALL’APERTO
Nel Roverismo, la vita all’aperto è un mezzo di autoeducazione ed uno strumento dove si rafforza il fisico ed il carattere per essere pronti ed incentivati ad affrontare la quotidianità; essa ci permette di riscoprire il gusto della vita semplice insegnando al Rover a distinguere ciò che è essenziale e strettamente indispensabile da quello che non lo è.
La vita all’aperto e la strada ci danno la consapevolezza che Dio è presente in ogni cosa, nella bellezza della natura che ci circonda, nel volto della persona che ci cammina affianco.
Il metodo dello Scoutismo, che viene proposto attraverso lo spirito della Strada, insegna a vedere il lato positivo delle cose, che stimola alla continua ricerca del migliorarsi ed al superamento delle difficoltà e delle fatiche contribuendo a rafforzare la fiducia in se stessi, insegnando l’umiltà di quello che si è, a vincere l’individualismo e l’egoismo, a rimettere in discussione il proprio “IO” ed a porlo al servizio del prossimo.

SERVIZIO
Ogni Rover è chiamato a prestare servizio oltre che in Clan, anche in una unità del gruppo o in campo extra associativo proponendosi, con il proprio esempio, come testimonianza nella comunità.
Ogni Rover nel momento in cui riceve l’incarico di un servizio, deve assumersi la responsabilità di portarlo a termine o assicurarsi che ciò avvenga nel migliore dei modi svolgendolo con Continuità, Competenza e Spirito di Confronto.PARTENZA
Il Rover quando ritiene di aver raggiunto un livello di maturazione tale da essere ormai in grado di “guidare da solo la propria canoa”, seguendo in maniera autonoma la propria Strada e vivendo secondo gli ideali trasmessi dallo scoutismo, potrà richiedere di ricevere la Partenza.
La Partenza è il coronamento della Promessa Scout, con essa il Rover si impegna in solido  a seguire gli ideali proposti dal roverismo e trascritti in questa Carta di Clan.
Firmando questa carta ci si IMPEGNA liberamente 
Dio, la Strada, la Comunità ed il Servizio
mi aiutino a realizzare gli ideali che sono posti in questa “Carta di Clan”

Cerchio “Lanterna Splendente”

LA NOSTRA STORIA

Abbiamo davvero voluto festeggiare alla grande il nostro ventennale come gruppo scout, aprendo finalmente il Cerchio “Lanterna Splendente”.
22 coccinelle, piene di gioia, di entusiasmo, con la voglia di imparare, stando insieme e scoprendo tante cose…insomma questo e tanto altro stanno vivendo ormai le coccinelle dal 12 aprile 2008, data per noi storica, perché segna la nostra nascita.
Il grande interesse ed entusiasmo di richieste da parte delle bambine, la risposta al servizio che è sempre pronta nelle capo, ci ha chiamate a rispondere con il nostro “Eccomi” a questa nuova ed emozionante avventura.
Piano piano, volando e passando per il sentiero del prato, del bosco e della montagna, in compagnia di tanti animali, fiori e piante, il nostro Cerchio sta prendendo sempre più forma, cercando di imparare a volare sempre più in alto, donando agli altri la gioia di essere coccinelle.
Ci sono ancora tanti voli da fare, ma il Gufo Saggio, amico delle Coccinelle, colui che vigila sotto la Grande Quercia, vicino alla Lanterna e conosce tutti i segreti del bosco, sa che ogni volo fatto, porta quella gioia speciale, che solo le Coccinelle sanno donare.

Buon Volo “Lanterna Splendente”


<< Uniforme e distintivi Coccinelle >>


STORICO CAPO CERCHIO

2008/2009 Ruggeri Paola
2009/2010 Ruggeri Paola
2010/2011 Nardini Cecilia
2011/2012 Nardini Cecilia
2012/2013 Nardini Cecilia
2013/2014 Nardini Cecilia
2014/2015 Sperandio Ilaria
2015/2016 Tombari Gioia
2016/2017 Tombari Gioia
2017/2018 Tombari Gioia
2018/2019 Tombari Gioia
2019/2020 Tombari Gioia
2020/2021 Tombari Gioia
2021/2022 Grilli Alice
2022/2023 Grilli Alice

STAFF

Capo Cerchio Grilli Alice
Aiuto CC Conti Maddalena
Aiuto CC Ciacci Chiara
Aiuto CC Fucili Gioia

Fuoco “Il girasole”

LA NOSTRA STORIA

Siamo nate in una notte di luna piena tra il 26 e il 27 ottobre 2002, tra le colline di Rosciano ed è stato un parto lungo e faticoso: ci siamo perse la sera stessa dei Passaggi dal Riparto al Fuoco. Eravamo tre piccole e indifese neo-scolte semplici e piuttosto che vigilare quella notte abbiamo brancolato nel buio. Abbiamo dovuto affrontare molta strada prima di riuscire a raggiungere la nuova unità.
Insomma: fin dall’inizio le avventure non sono mancate. Da quella notte è nato anche il richiamo che la CF fischietta per attirare la nostra attenzione e farci correre da lei: “Amore ritorna, le colline sono in fiore..”.
Sono passati due anni da quel faticoso travaglio e ormai abbiamo una Carta di Fuoco (frutto del campo invernale 2002), siamo diventate scolte viandanti, abbiamo fatto tanta strada (in tutti i sensi: fisicamente e spiritualmente), abbiamo reso servizio in varie occasioni (l’ultimo è stato in occasione della festa della nostra Parrocchia), siamo cresciute sia nel singolo sia come comunità. Adesso ci auguriamo di crescere anche numericamente con l’arrivo di altre scolte semplici e siamo pronte ad accogliere chiunque abbia voglia di provare un’esperienza scoutistica che richieda impegno, voglia di divertirsi, responsabilità e disponibilità a fare nuove amicizie.

Buona Strada “Girasole”

STORICO CAPO FUOCO

2003/2004 Ruggeri Paola
2004/2005 Ruggeri Paola
2005/2006 Ruggeri Paola
2006/2007 Ruggeri Paola
2007/2008 Tenaglia Marusca
2008/2009 Tenaglia Marusca
2009/2010 Ragnetti Alice
2010/2011 Ragnetti Alice
2011/2012 Ragnetti Alice
2012/2013 Cecchini Paola
2013/2014 Cecchini Paola
2014/2015 Tenaglia Marusca
2015/2016 Tenaglia Marusca
2016/2017 Tenaglia Marusca
2017/2018 Cardoni Alice
2018/2019 Cardoni Alice
2019/2020 Cardoni Alice
2020/2021 Ciacci Chiara
2021/2022 Ciacci Chiara
2022/2023 Tombari Gioia

STAFF

Capo Fuoco Tombari Gioia
Aiuto CF Tenaglia Marusca
Aiuto CF Cecchini Paola