Uscita di Fuoco nei dintorni: a Montefelcino

Montefelcino 11-12 dciembre 2016

Che dire di questa uscita….breve ma intensa!
Ma passiamo direttamente al clou…la gara di cucina!

Essa non era una gara di cucina normale, presentava una difficoltà in più, che tuttavia si è rivelata vero stimolo della sfida ed elemento di divertimento essenziale, ovvero la scoperta dell’ingrediente segreto utilizzato da ciascuna delle equipe!

E così ,dopo aver gustato la cena da gourmet e aver svelato gli ingredienti segreti (non senza una certa difficoltà), siamo passate ad un gioco veramente entusiasmante, preparato dalle PERAIOLE : Maru ,Ali e Virgi!
Esso era basato su una reciproca conoscenza più intensa e profonda di tutte noi, ragazze che condividono la stessa passione e che pensano di sapere tutto di ciascuna… Tuttavia questa sfida (e la Maru stalker/hacker) ci ha dimostrato che non è così e che c’è sempre un lato nascosto di noi o del nostro carattere che rimane ignoto agli altri.

07:00 driiiiiiiin (sì non era una sveglia ma l’Ali Grilli).

E’ già mattina e c’è una Messa da preparare! Così svegliandoci, repentinamente ci apprestiamo all’allestimento della sala per il grande arrivo del don LONDON !!!!!!!

Dopo la celebrazione della messa può finalmente iniziare la nostra avventura!!
Così, attraverso una fantastica introduzione dell’escursione compiuta da Giò, Sofi e Chià Ciacci con un gioco basato sul rapporto e il legame profondo e indissolubile tra Uomo e Fede, siamo partite! (Ma non prima di una foto di rito del mitico Sauro Nazionale)!!!

Durante la camminata assai piacevole, tra una schizzata di fango di motocross impazzite e scarponi immersi letteralmente nel fango, abbiamo compiuto varie soste, nelle quali la capo-peraiola e la vice-capo peraiola, ci hanno illustrato il vero tema dell’uscita: la FEDE!

Fede che viene paragonata, sempre in temi di cibo, (evidentemente la Maru deve aver capito che trattandosi di cibo i livelli di ascolto si impennano e non di poco), al sale.
La fede è sale, sale che una volta gettato e fuso con altri cibi, diventa un tutt’uno con essi, così inestricabile, quasi che non è più possibile separarli, e la fede a sua volta, dopo essersi immersa tra di noi, diventa indissolubile e inseparabile, e non soltanto perché una volta immersa è così ben insediata dentro noi stessi che ogni tentativo di distaccarci da essa sarebbe vano, ma anche perché senza di essa, la differenza sarebbe immediatamente percepibile, in quanto, proprio come sale nei cibi, è materia prima essenziale alla nostra sopravvivenza e alla nostra anima.

Dopo un bel pranzetto coi fiocchi ed un’ultima sosta alla Caterpillar’s house, la distanza che ci separava da Calcinelli si era ridotta. L’uscita si avvia al termine, tuttavia non senza un ultimo momento di condivisione, nel quale la rimpolpatrice di capelli ci donna un bellissimo ricordino: un testimone!

Aurora
Istrice oculata

Esperienza di servizio in Francia – PARIGI 36°

Parigi

Sapevate voi che le Coccinelle non sono presenti in ogni gruppo scout FSE? Infatti le coccinelle nascono, ancor prima dell’FSE, con l’AGI(Associazione Guide Italiane) e solo successivamente vengono riprese dall’FSE quando questa nasce in Italia (1976). Le coccinelle sono quindi prettamente italiane e nascono come sostituzione al metodo “Lupette”, proponendo anche un ambiente diverso dalla Giungla: il Bosco, il tutto che viene reputato più adatto alla bambina. “Capitan ovvio” dirà qualcuno, ma finchè non ti scontri con una realtà diversa dalla tua, finchè non esci dal guscio, così ovvio non è. Ancora una volta, l’Erasmus apre la mente!! 
Ma ricominciamo dall’inizio: sono stata in Erasmus in Francia (a Parigi) e prima di partire mi sono preoccupata all’idea di passare 5 mesi senza scoutismo e, un po’ anche per instaurare già qualche rapporto nella nuova grande città, ho contattato gli scout francesi, che mi hanno dato la mail di una segretaria nazionale, che mi ha indirizzato a una capo gruppo, che mi ha dato il numero di………..Akela. 
Aiuto.
Io che ero super gasata di fare del Guidismo francese, pronta a portare un po’ di Italia ma ancora di più pronta a ricevere taaaanto da un bel Riparto francese, mi ritrovo il numero di Akela.
Non ho neanche il tempo di dire che io in realtà in Italia sono in branca verde, che è Akela stessa a contattarmi e a inondarmi di progetti, piani futuri, informazioni……….e così inizia il mio servizio in Branco nel Parigi 36°, le cui Lupette altrimenti non avrebbero potuto fare attività perché in Pattuglia c’era, al momento, soltanto Akela.
Ok, buttiamoci in questa avventura: d’ora in avanti mi chiameranno Bagheera!
Mi armo di barrette gialle della Gio, prendo il Manuale dei lupetti di Lollo, cerco il film del libro della Giungla per provare a capire di cosa si sta parlando.

Gli scout francesi…sono un po’ diversi da noi ahahah per lo meno quelli che ho conosciuto io.
A Parigi non esiste un Fuoco, non esiste una direzione di Gruppo, o sei in staff o non sei più nel gruppo di fatto…
A Parigi non c’è una forte concezione di ‘stile scout’: si va in collant bianche, senza calzettoni, con le scarpe da ginnastica o delle scarpette colorate e per nulla impermeabili o tecniche.
A Parigi si seguono molto le norme, se non si è 4 Capo, una ogni 6 Lupette, non si va in uscita e non si può fare il campo estivo se non si ha almeno una Capo con la patente e una che abbia fatto il 1°tempo Lupette.
A Parigi non è facile avere una sede.
A Parigi non c’è una messa di Gruppo, un pranzo coi genitori, la Messa di Natale insieme, il vin brulé dietro la chiesa..
A Parigi non è facile fare scoutismo nel mezzo della città, non è facile trovare posti verdi e ampi ma poco affollati.
A Parigi non c’è una Maru che ti chiede come è andata dopo ogni nuova attività, non c’è Don Peppe che ti conosce e ti rende partecipe a Messa, non c’è la cena insieme dopo la Route, non ci sono i genitori che conosci, le Guide che conosci, la staff con cui fai mille risate, i canti che conosci, i bans che ti piacciono e tutte le cose che ti fanno sentire a casa tua.

Eppure…….quando un giorno si canta il canto della Promessa tutti insieme e cambiano sì le parole, ma non il significato, non la melodia, non lo spirito…improvvisamente ti senti di nuovo a casa. Quel giorno ho sentito un’energia nuova, ma che in fondo era la stessa energia che avevo qui a Calcinelli.
E dopo due mesi, quando hai dei nuovi canti che ti piacciono, delle nuove Lupette che ti cercano, si fidano di te e danno confidenza, dei nuovi genitori che ti salutano “Bonjour Bagheera”….improvvisamente non ti senti più strana, non ti senti straniera…senti che “non ti chiedono il paese né ti chiedo chi sei tu, 
ma soltanto ti chiamo fratello, 
l’ideale e la Legge che ci hanno uniti qui
son più forti dell’avversità”.

Però, per chiunque dubiti, io ho capito che siamo davvero fortunati ad avere una Direzione di Gruppo, perché là a Parigi ogni Capo era un po’ a sé, e se la gestiva come voleva, nel bene ma anche nel male. Là l’occasione di confronto per un Capo di 19 anni sono le norme direttive, e poco altro. E in base a cosa si legge lì, si agisce. Non ci sono “i più grandi”, quelli “con più esperienza”, ma non ci sono nemmeno le Scolte o i Rover da chiamare quando c’è bisogno: la staff (Io e Akela) poi ha acquisito Baloo e Kaa, ma, con mia grande sorpresa, queste due nuove Aiuto non sono altro che state trovate “per fortuna”(passatemi il termine), ovvero non hanno mai avuto alcuna esperienza scout, è un mondo totalmente nuovo per loro, sono forse amiche di amiche di conoscenti.

Insomma le difficoltà iniziali ci sono state, probabilmente perché l’aspettativa è spesso diversa dalla realtà, e se sei innamorata del tuo scoutismo e della maniera che conosci già di fare scoutismo, uno scoutismo un po’ diverso ti destabilizza. Ma rifarei questa esperienza altre 200 volte, in altri 200 gruppi diversi, perché vedere la diversità alla fine è molto più bello che vedere le stesse cose, così come vedere le stesse cose ma in un contesto diverso è già esperienza, e l’energia che ti ritorna alla fine vale tutti gli sforzi che fai per abituarti.

In sintesi, anche in un posto nuovo, se condividi gli ideali dello scoutismo, arrivi a sentirti a CASA, perché, altra grande perla dell’Erasmus, CASA non è per forza dove sei sempre stato, ma è dove metti il cuore per rendere un posto il TUO posto, CASA è dove ti spendi per costruire qualcosa e stringere relazioni tra te e gli altri e tra te e l’ambiente.

Jessi
Volpe Scaltra

INCREDIBILE MA VERO: uscita di Direzione di Gruppo, Clan e Fuoco!

6-8 gennaio 2017 – Cesane di Fossombrone

Quella data andava trovata, sembrava impossibile, ma c’è l’avevano fatta.
Fu così che dopo diversi anni riuscimmo nuovamente a partire tutti insieme per un grande campo. 

6 gennaio 2017, clima freddo, sole, prima neve dell’anno, prima colazione di Gruppo fatta all’insaputa del Capo Gruppo.
Nel parco Fluviale di Fossombrone abbiamo formato il nostro primo cerchio, tra un rosario ed un coltellino abbiamo formato pattuglie di Rover, Scolte e Direzione, siamo così partiti verso la “casa dei daini” delle Cesane. Durante il cammino, in compagnia di Giobbe, Giuditta e Davide le pattuglie si sono conosciute ed hanno trovato una loro identità per iniziare da subito a scalare la vetta della vittoria.
Arrivati a casa, come dopo ogni camminata, la fame si è fatta sentire e naturalmente sappiamo tutti che a stomaco pieno si ragiona meglio! Per questo dopo un’energizzante pranzo ci siamo preparati per una nuova ed interessante attività spiegata dal buon Berlo.

Cinque di noi sono stati i prescelti per essere usati come cavie di un esperimento, vasellina (di Berlo), crema idratante (non pervenuta), gomma (materiale professionale per cerette), gesso (grazie dott. Mattioli) e cannucce (prossimamente in vendita in sostituzione dei cerotti nasali), sono stati gli ingredienti principali per dare alla luce cinque deliziosi calchi facciali. Dopo la prima parte del pomeriggio passata all’insegna del divertimento e dello sballo (vedi Enrico Pannaccio), le varie Unità si sono ritirate nelle proprie stanze per sviluppare, tramite tecniche espressive, la rappresentazione dei personaggi assegnati loro durante le riunioni che hanno preceduto il campo. In seguito ad una salutare cena (viva i broccoli), nel fuoco serale i vari gruppi hanno esibito le proprie opere di altissima fattura.

7 gennaio 2017, clima freddo freddo, sole a tratti, seconda neve dell’anno, prima colazione di gruppo non occultata. 
Non soddisfatti della camminata del giorno precedente, siamo partiti divisi in Unità verso una baita delle Cesane, durante il tragitto è stato ritagliato del tempo anche per riflettere sulla storia di Ester e su una scelta che siamo stati chiamati a fare. A causa di ipotermie varie ci siamo solo fermati a “scaldarci”, grazie alla stufetta e soprattutto ai bicchieri sempre alti, per poi ripartire e pranzare tutti insieme alla casa.
Nel pomeriggio, il caro e buon giovane Balù è venuto in visita per constatare che fossimo tutti integri, e ne ha approfittato anche per raccontarcene una delle sue. Successivamente alla chiacchierata, Amadeus Falcioni ha condotto la condivisione delle nostre riflessioni fatte nella mattinata. La serata si è conclusa con la visione di alcuni video sempre seguendo il tema della scelta, vari generi di conforto alimentari, vin brulè, e illustri ospiti.

8 gennaio 2017, ormai insensibili al clima, la neve era ormai ghiaccio, la colazione non era più una novità. I calchi finiti i giorni precedenti hanno ricevuto un’identità e una loro storia, che è stata presentata dalle varie pattuglie, prima di sfidarsi in una battaglia all’ultimo fornello, la cucina era frenetica, tutti noi sentivamo la cannella di Berlo scorrere nelle vene.

Ore 13:30, mani in vista, abbandonare la cucina, uniforme perfetta e si vanno a presentare le pietanze ai giudici di gara. Una volta finiti gli assaggi, e prese le giuste valutazioni, ci siamo messi all’opera per pulire tutto l’alloggio e fare i saluti finali. Non proprio finali, visto che dopo la benedizione di Balù ci siamo di nuovo riuniti per la cena conclusiva del campo.

Morale dell’articolo: “insieme è più bello”.

Axel – Ariete curiosa 
Chiara – Lince Vigile
ACR

Uscita dei Passaggi: RIVOLUZIONI IN FUOCO!

Prelato Alto – 22/23 ottobre 2016

22-10-2016…CIII SIAAAAMOOOOO Il periodo di riposo dalle avventure della Route e dai vari Campi e Voli estivi è concluso.. Si riparte,più cariche che mai, per l’evento che dà inizio ad un anno ricco di novità: I PASSAGGI! All’appello ci siamo quasi tutte: io (Ali Cardo), l’altra Ali, Vale, Chia, Gio, Lilli e Sofi e non dimentichiamoci delle strepitose Maru Gle e Lalli!! Yeeeee Prendiamo l’autobus e una volta arrivate a Rosciano, zaino in spalla! Prima meta: monastero delle Benedettine; montiamo le nostre tendine nel bell’oliveto. Ci aspettano grandi eventi, ma prima.. SI GIOCA! Il tempo stringe, e dopo la (ri)firma della nuovissima strabiliante megasuperfiga carta di fuoco da parte di noi viandanti, andiamo a far legna per la cena.. E CHE CENA! Una meraviglia di polenta e castagne nella brace ci riempiono a sufficienza per poter accogliere le 6 nuove arrivate in fuoco: Auri,Chia Falcioni ,Chia Andreoni, Virgi, Luci e Cate! La cerimonia di passaggio si è svolta al Prelato, con tanto di immancabili effetti pirotecnici 😀 Tornate al luogo di pernottamento, ci aspetta il secondo eventone: LA FIRMA DELLA (nuovissima strabiliante megasuperfiga) CARTA DI FUOCO DA LILLI E SOFI! yeeeeeeeee troppe cose belle per non poter festeggiare!! Come da tradizione un bel ponch, un rotolo e una crostata allietano ulteriormente la serata! Ma la stanchezza inizia a farsi sentire..buoooonanotte 😉 Come sempre, la notte non è mai lunga abbastanza, e ci svegliamo al simpatico suono delle campane delle sorelle, che evidentemente iniziano la loro giornata decisamente presto! Dopo una rapidissima colazione, le viandanti ripartono per il Prelato, ognuna per il loro servizio in branca, mentre io,Maru e le new entry rimaniamo ancora un po’ per delle attività basate sui tre (+1) cardini del fuoco:comunità,strada,servizio. Ma non stiamo mica ferme! Riprendiamo lo zaino e ci dirigiamo a Montegiove, dove le scoltine gustano per la prima volta la inimitabile soddisfazione della cucina con i fornellini (aww) e da Montegiove si torna al Prelato, per assistere alla Santa Messa e alle cerimonie con tutto il gruppo. Che dire.. Ancora una volta, torno stanca ma con un sorriso che solo esperienze così possono regalare! Ringrazio ognuna per la sua presenza.. non vedo l’ora di iniziare questo nuovo anno, e sono sicura che non deluderà! A presto!! Buona strada

Alice Cardoni
Furetto ottimista

L’Alta sq alla conquista di Roma!

Roma – 22/25 aprile 2016

Eccoci qui! Pronte a partire verso una nuova avventura, che ci ha regalato tante belle emozioni.
Già alle 13, con gli zaini in spalla, e la curiosità nel cuore, eravamo davanti alla stazione del treno di Fano, cariche per quello che ci stava aspettando. Dopo un lungo viaggio, carico di risate e felicità, siamo arrivate alla tanto attesa…Roma!
Qui siamo state calorosamente accolte dalla parrocchia di S.Cleto, dove abbiamo pernottato i giorni seguenti. Stremate, dopo aver mangiato, ci siamo subito coricate a letto.
Il sabato mattina, come delle turiste per caso, ci siamo avvicinate al centro di Roma per mezzo della metro per avventurarci nel pellegrinaggio fra le tre Chiese Giubilari. Lì, con molto entusiasmo abbiamo incontrato don Matteo.
Dopo aver ripreso le energie, ci siamo dirette verso piazza s.Pietro, dove ci sarebbero state le confessioni in preparazione alla santa Messa e a seguire il passaggio attraverso la porta Santa.
Successivamente, abbiamo approfittato del tempo libero per visitare Roma, attraversando i suoi vicoli, per poi incontrare Martina, la capo fuoco del gruppo “Roma 11”, che ci ha portato la cena in attesa della fantastica serata che ci stava aspettando.
Infatti, verso le 19,30, siamo entrate nello stadio olimpico, dove tutti i ragazzi si stavano preparando ad assistere e ad essere i protagonisti di una serata dedicata interamente ai giovani, nella quale si sono esibiti artisti emergenti come Lorenzo Fragola, Rocco Hunt,….
A malincuore era già terminata una festa indimenticabile, inaspettata ma molto gradita. Anche il viaggio di ritorno alla casa parrocchiale è stato piuttosto imprevedibile, infatti, quando era ora di fare il cambio d’autobus… beh, questo non si è presentato! Così rimboccandoci le maniche, ci siamo fatte mezz’ora di cammino! 
Ma dopo un’intensa ma bella e ricca giornata ci siamo date la buona notte. 

[Virgi e Ele] 

Misericordia a portata di …..BASTONE

Più presto del solito aprimmo gli occhi, il mattino in cui il papa stava aspettando solo noi in quella accogliente, affollata, grande ma soprattutto calda piazza san Pietro.
Uscite dal sacco a pelo a malincuore, ma svegliate dal grande entusiasmo nel vivere questa fantastica avventura, ci recammo alla fermata scattanti. Una chiamata però arrivò e un bastone si intromise nel nostro cammino. Era alto, scuro e cresceva a dismisura. Il gruppo parrocchiale di Arezzo che alloggiava insieme a noi nella fantastica chiesa San Cleto ci aveva chiesto un favore: di portare con noi quell’ adorabile oggetto. Noi, sempre pronte al servizio, ritornammo in parrocchia a prenderlo. Questo gesto ci costò un lieve ritardo nell’arrivo previsto a San Pietro. Ciò però non ci buttò giù e lottammo comunque tra la folla per ottenere il posto migliore e goderci fino in fondo la celebrazione. Niente ci fermò perché il nostro obiettivo era di ascoltare ciò che papa FRANCESCO aveva da confidarci. Nonostante i vari ostacoli e malintesi incontrati durante il cammino arrivò una seconda chiamata (questa volta era davvero una cosa piacevole). Era Sara la nostra amica capo riparto di Roma 11, la quale ci disse che i posti riservati agli scouts c’erano ancora per noi. Felici e saltellanti corremmo verso la nostra meta e con un balzo ci sedemmo nei nostri posti d’onore con la stessa grazia di sempre.
Con la gioia nel cuore e ripagate per lo sforzo fatto per la determinazione con cui affrontammo la situazione ci godemmo ogni singola parola detta dal nostro amico pontefice. 
“Anzitutto, amare è bello, è la via per essere felici. Però non è facile, è impegnativo, costa fatica(…)Amare infatti vuol dire donare, non solo qualcosa di materiale, ma qualcosa di sé stessi: il proprio tempo, la propria amicizia, le proprie capacità.”
Queste sono alcune frasi usate da papa Francesco per insegnarci ad amare nonostante le difficoltà e a capire che la nostra più grande fonte d’amore è Dio. Misericordia infatti è proprio amare il prossimo e questo è il messaggio lanciato dal giubileo perché amando e credendo possiamo essere dei campioni di vita.
Continuammo, dopo l’eucarestia, a visitare la capitale nella sua bellezza. L’altare della patria, il Colosseo e i fori imperiali furono le mete della giornata. Affascinate ma assetate gironzolavamo ancora nel centro finché la sete vinse su tutti gli altri desideri. Ora non cercavamo più musei e opere d’arte ma solo ombra e nasoni (fontanelle tipiche romane).
Rifocillate ripartimmo verso casa e tra chiacchiere e quiz perdemmo pure la nostra fermata quindi fummo costrette a fare pure un giro turistico nella periferia.
Mangiammo dei gustosi arrosticini in un ristorante tipico abruzzese. Tra risate ed euforia la serata passò in un baleno. Lo so che vi starete chiedendo dove è finito il nostro compagno di avventure ma il problema è che restò sempre con noi in ogni secondo. A dirla tutta ci eravamo ormai affezionate, ma quando tornammo a casa lo ridemmo in mano ai proprietari. 

30 centimetri di felicità 

Finimmo la nostra visita turistica partendo da piazza di Spagna fino ad arrivare a piazza della Repubblica visitando nel mentre il Quirinale. Però dentro di noi qualcosa cambiò e non era il fascino provato nell’osservare quelle famose opere architettoniche ma qualcosa di più grande…. LA FAME.
Ci piacque molto conoscere ogni vicolo di quella importante città ma le Guide quando qualcosa le chiama rispondono sempre soprattutto se il mittente sono 30 centimetri di panino alle polpette.
Deliziate dall’idea di una pietanza più grande di noi ci fiondammo nella stazione Termini di Roma. Assaporammo ogni morso prima di approdare sul treno e perderci tra i nostri canti, carte (manualmente realizzate) e giochini di ogni tipo.
Infine si può dire che tornammo piene di qualcosa che non potevamo classificare né come un sentimento né come un’emozione ma sappiamo che ciò che abbiamo trovato lo possiamo solo condividere.

[Luci, Chià F. e Ali] 

Alta sq Stella Alpina

Calcinelli VINCE il Challenge 2016

Furlo-Fano 7-8 maggio 2016

Nel 2002 la prima vittoria, nel 2005 la seconda, poi finalmente, dopo ben 11 anni, quest’anno il clan Nettuno torna ad essere vittorioso in questa sentita competizione. Una gara di abilità tecnica e di orientamento, in cui si sfidano tutti i clan dei distretti Pesaro-Romagna e Ancona.
Lo scorso anno al Challenge nazionale avevamo ottenuto ottimi risultati, mancando la vittoria per un soffio. Vittoria arrivata quest’anno, grazie alla pattuglia composta da Axel Valeri e Lorenzo Centoscudi, che hanno così riportato a Calcinelli la tanto ambita “forcola” che premia la miglior pattuglia della competizione.
Ma solo grazie all’impegno di tutti i nettuniani, per la prima volta sarà orgogliosamente riposta nella nostra sede anche la famosa “bandiera”, premio assegnato al miglior clan del Challenge. Tutte le nostre quattro pattuglie si sono piazzate dentro la top 10. Di seguito i piazzamenti:
 Pattuglia “727” di AXEL VALERI e LORENZO CENTOSCUDI;
 Pattuglia “Divina Jonhatan 2” di LUCA PEDINI, EMANUELE BARONE e LORENZO COSTANTINI (Clan di Forlì);
 Pattuglia “Eiffel 65” di ALBERTO PANNACCIO, GEREMIA MATTIOLI e FILIPPO GRESTA;
 Pattuglia “Splash Brother” di ANDREA PEDINI e CHRISTOPHE MENDY.
Il Challenge quest’anno, oltre alle numerose prove disseminate lungo il percorso, si caratterizzava per la modalità triathlon. La gara era composta da una prima parte a piedi lungo i sentieri del Furlo, un lungo tragitto in bicicletta fino a Fano, e infine, una prova in canoa sul nostro mare Adriatico. 
Siamo veramente contenti di questo risultato, ma già guardiamo alla prossima edizione puntando ad obiettivi ancor più alti, perché il Nettuno non si ferma mai!
Grazie per il vostro tempo, all’anno prossimo. 😉 

Axel Valeri e Lorenzo Centoscudi

Ultima Uscita di Fuoco prima della Route Estiva

Santa Madonaa Alta – Fiorenzuola di Focara – Casteldimezzo 7/8 maggio 2016

Le scolte del Fuoco Girasole hanno trascorso il loro fine settimana…in spiaggia!

Ritrovandosi il pomeriggio di sabato 7 maggio in sede, le ragazze sono partite all’avventura a bordo delle loro macchine, giungendo fino a Santa Marina Alta.

La meta?

Fiorenzuola di Focara!!

Le nostre scoltine si sono così incamminate, con in spalla i loro zainoni e, dopo miriadi di foto scattate, litri e litri di acqua bevuta e ripide salite, hanno finalmente raggiunto il mare!

Una volta arrivate, dopo aver esplorato attentamente il territorio e dopo aver aggiunto un’altra centinaia di foto alla memoria delle loro macchine fotografiche con foto di paesaggi, foto a cast e foto a tradimento, hanno costruito la loro “tana” per la notte e hanno iniziato a preparare il loro “angolo cottura” da utilizzare per una sana e per niente cancerogena cena alla trappeur!

Quella sera, nel bel mezzo dell’inquadratura del paesaggio marittimo, si scorgevano scolte nell’intento di preparare i loro piatti, eseguendo acrobazie di ogni genere per non far cadere il proprio cibo sulla brace!

Dopo la cena: il fuoco serale! Condito da un’attenta riflessione finale sul tema del NODO.

Il giorno seguente, dopo un lungo riposo ristoratore, le nostre scolte sono uscite dalle loro tende e hanno perlustrato il lungomare e gli scogli e hanno finalmente riempito la scheda dati delle loro macchine fotografiche facendo foto alla “High school musical” mentre saltavano in aria.

Prima di ripartire per intraprendere il cammino verso casa, dopo aver smontato le tende e aver riempito il pancino con un’abbondante colazione, hanno svolto la splendida attività organizzata dalle nostre scolte semplici dove hanno approfondito alcuni punti della Carta di Fuoco.

Nella strada verso casa nulla ha potuto arrestare la camminata delle nostre intrepide scolte, tranne il rumore dei loro stomaci che richiedevano un pasto caldo! Dopo esser giunte a Casteldimezzo e aver mangiato un pranzo realizzato sui fornellini, le nostre ragazze sono finalmente tornate a casa con un po’ di sabbia addosso, una mezza abbronzatura da muratore e il ricordo di una bella esperienza vissuta insieme!

Rosio
ACC

Un San Giorgio tutto nostro!

San Francesco in Rovereto 9-10 aprile 2016

Un’ uscita di quelle brevi, ma belle e significative. Quest’ anno il San Giorgio è stato diverso perchè invece di essere insieme ad altri riparti eravamo solo noi. Ci siamo divertite ugualmente…
Sabato,appena siamo arrivate, abbiamo scaricato le tende, taniche ecc. e ci siamo incamminate lungo un sentiero costeggiato da ulivi. Con il carico che avevamo sulla schiena il tragitto ci è sembrato lungo e faticoso. Dopo aver scelto il punto dove ci saremmo stabilizzate abbiamo incominciato a sistemare il materiale. Come in ogni campo che si rispetti, il momento in cui inizia a piovere è sempre quello in cui si montano le tende. Inutile dire che ci siamo bagnate tutte.
Quando finalmente ha finito di piovere e noi avevamo finito di piantare le tende è arrivato il momento delle attività, ma prima una piccola merenda con i dolci delle mamme.
La storia di questo campo parlava di un drago che continuava a spaventare un villaggio e uccidere le persone. In questo villaggio regnava un re che aveva una figlia. Quest’ultima era stata presa dal drago e tenuta in ostaggio.

Furono scelti quattro cavalieri che avevano il compito di liberare la principessa, ma ogni cavaliere che si rispetti deve avere un’armatura per poter sconfiggere e salvare la principessa. Così tutte le squadriglie hanno fatto un’armatura di cartone ai propri cavalieri.
Dopo aver finito di fare l’armatura la staff ci ha detto che era ora di mangiare, dopo cena avremmo fatto l’attività serale.
Eravamo ancora bagnate dopo cena e avevamo paura di poterci ammalare. Dopo poco ci chiamò la staff e ci spiegò cosa dovevamo fare per salvare la principessa. Bisognava superare quattro tappe e alla fine se le facevamo bene ci davano un pezzo di cordino, può sembrare poco, ma ci è servito dopo per legare il drago. Le tappe erano più difficili al buio infatti, la nostra squadriglia, alcune non le ha superate. Una volta legato il drago è stato il momento di salvare la principessa che era posizionata su un albero. Abbiamo quasi fatto cascare l’albero perché tutti i cavalieri si erano ammassati li e la principessa era incastrata tra i rami…
Comunque la principessa è scesa, e mantenendo dei toni bassi siamo andate a dormire.
La mattina seguente ci siamo alzate presto, abbiamo fatto colazione e siamo andate a messa a Saltara. Il tragitto per arrivare alla chiesa era lungo, ma anche al ritorno abbiamo fatto presto.
Appena rientrate la staff ci ha chiamate e ci ha detto che era ora di cucinare! Però prima abbiamo fatto una specie di gioco. Una ragazza per squadriglia doveva andare dalla staff e scegliere una tecnica per fare il fuoco e la griglia. Più o meno abbiamo scelto tutte la stessa tecnica e quindi siamo andate a fare il fuoco. Per pranzo c’era: risotto con asparagi e salsiccia, pancake e fragole con il cioccolato. Era buonissimo!
A fine pranzo siamo tornate alle tende e abbiamo smontato tutto, dopo le premiazioni e i ricordini i genitori soni venuti a prenderci e siamo tornate a casa.
L’esperienza del campo è sempre bella da ricordare perché sai che nessuno sarà uguale a quello precedente, anche se può sembrare perché in quasi tutti piove.
Arriva sempre quel momento in cui ti chiedi se vale la pena continuare, se forse era meglio stare a casa davanti alla televisione invece che andare in mezzo alla natura bagnata e infreddolita, ma è proprio questo che rende bello il campo, che ti mette alla prova ed è anche una sfida con te stessa per vedere a quanto il tuo corpo e il tuo animo può dare. Il giorno 23 aprile 2016 17:45, Terza ASaltara ha scritto: Un’ uscita di quelle brevi, ma belle e significative. Quest’ anno il San Giorgio è stato diverso perchè invece di essere insieme ad altri bivacchi eravamo solo noi. Ci siamo divertite ugualmente… Sabato,appena siamo arrivate, abbiamo scaricato le tende, taniche ecc. e ci siamo incamminate lungo un sentiero costeggiato da ulivi. Con il carico che avevamo sulla schiena il tragitto ci è sembrato lungo e faticoso. Dopo aver scelto il punto dove ci saremmo stabilizzate abbiamo incominciato a sistemare il materiale. Come in ogni campo che si rispetti, il momento in cui inizia a piovere è sempre quello in cui si montano le tende. Inutile dire che ci siamo bagnate tutte. Quando finalmente ha finito di piovere e noi avevamo finito di piantare le tende è arrivato il momento delle attività, ma prima una piccola merenda con i dolci delle mamme. La storia di questo campo parlava di un drago che continuava a spaventare un villaggio e uccidere le persone. In questo villaggio regnava un re che aveva una figlia. Quest’ultima era stata presa dal drago e tenuta in ostaggio. Furono scelti quattro cavalieri che avevano il compito di liberare la principessa, ma ogni cavaliere che si rispetti deve avere un’armatura per poter sconfiggere e salvare la principessa. Così tutte le squadriglie hanno fatto un’armatura di cartone ai propri cavalieri. Dopo aver finito di fare l’armatura la staff ci ha detto che era ora di mangiare, dopo cena avremmo fatto l’attività serale. Eravamo ancora bagnate dopo cena e avevamo paura di poterci ammalare. Dopo poco ci chiamò la staff e ci spiegò cosa dovevamo fare per salvare la principessa. Bisognava superare quattro tappe e alla fine se le facevamo bene ci davano un pezzo di cordino, può sembrare poco, ma ci è servito dopo per legare il drago. Le tappe erano più difficili al buio infatti, la nostra squadriglia, alcune non le ha superate. Una volta legato il drago è stato il momento di salvare la principessa che era posizionata su un albero. Abbiamo quasi fatto cascare l’albero perché tutti i cavalieri si erano ammassati li e la principessa era incastrata tra i rami… Comunque la principessa è scesa, e mantenendo dei toni bassi siamo andate a dormire. La mattina seguente ci siamo alzate presto, abbiamo fatto colazione e siamo andate a messa a Saltara. Il tragitto per arrivare alla chiesa era lungo, ma anche al ritorno abbiamo fatto presto. Verso mezzogiorno la staff ci ha chiamate e ci ha detto che era ora di cucinare! Però prima abbiamo fatto una specie di gioco. Una ragazza per squadriglia doveva andare dalla staff e scegliere una tecnica per fare il fuoco e la griglia. Più o meno abbiamo scelto tutte la stessa tecnica e quindi siamo andate a fare il fuoco. Per pranzo c’era: risotto con asparagi,carote e salsiccia- pancake e fragole con il cioccolato. Era buonissimo! A fine pranzo siamo tornate alle tende e abbiamo smontato tutto, dopo le premiazioni e i ricordini i genitori soni venuti a prenderci e siamo tornate a casa. L’esperienza del campo è sempre bella da ricordare perché sai che nessuno sarà uguale a quello precedente, anche se può sembrare perché in quasi tutti piove. Arriva sempre quel momento in cui ti chiedi se vale la pena continuare, se forse era meglio stare a casa davanti alla televisione invece che andare in mezzo alla natura bagnata e infreddolita, ma è proprio questo che rende bello il campo, che ti mette alla prova ed è anche una sfida con te stessa per vedere a quanto il tuo corpo e il tuo animo può dare.

Aurora
Picchi

Caccia di Primavera

Pesaro, 17 aprile 2016

Verso le ore 8:30 circa il branco alte rupi di Calcinelli si spostò davanti all’Acqua e Sapone per poi andare verso le ore 8:45 a Pesaro davanti al campus scolastico.
Lì c’erano anche altri branchi (Forlì,Pesaro,Pergola,Fano 1,Fano2).
Il nostro branco giocò a sbucciadito e fazzolettone poi successivamente Akela di distretto chiamò tutti i branchi per fare un grande cerchio.
Akela ci salutò e tutti insieme recitammo la preghiere di san Francesco. Dopo di che andammo a fare merenda per quasi mezz’ora.
Poi Akela richiamò di nuovo un grande cerchio per spiegarci un gioco a squadre dove c’erano diverse prove da superare e in quelle prove c’erano i vecchi lupi per spiegarci cosa fare.
Alla fine Akela ci ha chiamato per annunciarci che potevamo finalmente fare pranzo.
Più tardi tutti i branchi si avviarono per andare a messa dove lì ci aspettava Baloo.
Infine ci salutammo e tutti tornammo a casa. 

Pietro Brunori
Lupetto

QUARANTA E LODE!

Cartoceto – 7 febbraio 2016

Era una normalissima domenica mattina, il sole ancora non era sorto, ma si intravedevano i timidi raggi nascosti tra la lieve foschia. La città era ancora silenziosa.

C’era solo un piccolo particolare che sbaffava la linea retta della normalità. 

Quella mattina undici ragazze si incamminavano verso la chiesa di Saltara per partecipare alla prima messa delle ore 8. Iniziava così la grande giornata durante la quale si intraprendeva la grande avventura per sfornare la grande sorpresa. 

Alla fine messa le ragazze si misero di nuovo in cammino per arrivare alla meta della giornata: 

LA SALA PROVE

Ed è proprio lì che le nostre cantanti hanno inciso il loro primo album. 

Il nostro grande progetto era proprio questo: registrare un cd che raccogliesse i canti della Quaresima e i Vangeli delle cinque domeniche di preparazione alla Pasqua. 

Così quella domenica mattina ci siamo recate a casa del Big che gentilmente ci ha messo a disposizione la sua sala prove. 

Appena arrivate ci ha accolto una lauta colazione e subito dopo è stato allestito il set fotografico per lo scatto della copertina. 

Quella mattina mentre il mondo si svegliava nei suoi letti caldi e soffici le nostre undici ragazze erano con fogli in mano e microfoni accesi per registrare le varie tracce. 

La mattinata è stata produttiva, registravamo quasi senza fermarci, il nostro coordinatore era molto efficiente.

Dopo un duro lavoro, ci vuole sempre una buona pausa per rifocillarsi e, da buone mangiatrici che siamo, la tavola ci chiamava; così il gustoso pranzo è stato divorato e naturalmente non sono mancate le solite risate e le gare per finire l’ultimo pezzo. 

Tutto scorreva secondo i piani, ma naturalmente tutti sappiamo che durante la realizzazione di un grande progetto c’è sempre un bastone tra le ruote: noi non ci stavamo preoccupando perché sembrava che stesse andando tutto liscio finche il nostro coordinatore non arrivò dicendo: 

”Ehm… C’È UN PROBLEMA …”

Un velo di timore era sceso nella stanza: ebbene sì, la notizia non era delle migliori: le registrazioni della mattina erano tutte da rifare! (puntualizziamo che il computer non ci ha reso sempre il lavoro facile) 

Riprese le nostre postazioni le nostre voci hanno ripreso a risuonare per la sala. 
E cosi tra canti, batterie che impazzivano, cucchiaini di miele che giravano per la stanza, fogli che volavano, teste che sbattevano contro i muri, e gambe che non reggevano più, le nostre scolte continuavano con le registrazioni e problemi non finivano, anzi, sembravano aumentare. Ma l’orario di chiusura si avvicinava sempre più e pian piano la sala si svuotava. 

Non tutte le canzoni erano state cantate perciò un altro incontro ci aspettava, riascoltando le tracce dal computer ci venne un’idea che in realtà era già uscita la mattina dalla mente di Ale… era ora di attuarla! 

Così cambiato il microfono del computer e registrando prima gli strumenti e poi le voci il lavoro è stato perfezionato. 

La notte era calata e alcune delle nostre scolte erano ancora a registrare alcuni brani, il lavoro era ancora lungo ma nessuno mollava la presa, solo il miele ci aveva lascia già da qualche ora. 

L’ora era tarda cosi decidemmo di bloccare i lavori e proseguire il martedì successivo. 

Ritrovate il martedì sera, ci siamo rimesse di nuovo all’opera tra scatti, Vangeli e flagranza. A fine serata tutte le canzoni accompagnate dai Vangeli riposavano nel computer di Ale. 

Tutto era pronto… O quasi! 

C’è chi ha passato notti insonni a masterizzare cd, chi ha passato ore di scuola a completare le copertine, chi ha passato pomeriggi a litigare con la stampante perché questa non capiva bene il senso del fronte-retro e c’è chi tra una cosa e l’altra infilava copertine dentro le bustine. 

Questa è stata l’impegnativa settimana del nostro Fuoco Girasole. 

Vi chiederete come mai il cd ha quel titolo, BEH sicuramente l’ha ideato una grande saggia ma una buona mano gliel’hanno data le nostre due care scolte con i loro 30 e lode. 

Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato, la domenica delle vendite era iniziata e per chi quel giorno non c’era BEH non c’è rimasto nulla.

Chiara
Scolta Viandante